Coronavirus

Papa Francesco sul maxischermo, è il primo Angelus in streaming

L'unico precedente è una diretta radiofonica dal «Gemelli» di Giovanni Paolo I. In piazza San Pietro solo pochi fedeli

Papa Francesco sul maxischermo, è il primo Angelus in streaming

Roma La finestra dello studio privato di Papa Francesco, nel Palazzo Apostolico che affaccia su piazza San Pietro, è chiusa. Il sole riscalda una piazza semi-vuota, l'atmosfera è surreale. Pochi fedeli, sparsi in qua e là, sono arrivati nella piazza del Bernini per assistere al primo, storico, Angelus di un Pontefice in streaming. Al tempo del Coronavirus, anche il Papa si piega alle rigide ma necessarie disposizioni previste per evitare il propagarsi del contagio.

Alle 12 in punto ecco apparire Bergoglio dalla Biblioteca della terza loggia sui maxi-schermi. Un timido applauso si eleva per accogliere le parole di Francesco. Non era mai successo. Per vedere una cosa simile, ma non paragonabile, si deve tornare indietro al 1981 quando dopo l'attentato - Giovanni Paolo II recitò l'Angelus trasmesso via radio dal «Gemelli». Ma lo streaming video è una prima assoluta.

Pochissimi i controlli all'ingresso di piazza San Pietro. Alcuni fedeli intonano qualche canto, altri sventolano la propria bandiera, alcuni indossano la mascherina. Uno striscione con la scritta «Non dimentichiamo Idlib» ricorda il massacro in Siria. «È un po' strana questa preghiera dell'Angelus, con il Papa ingabbiato nella biblioteca, ma io vi vedo, vi sono vicino», ha detto Francesco all'inizio del collegamento. «Ma questo modo di oggi di pregare l'Angelus lo facciamo per compiere le disposizioni preventive, così evitare piccoli affollamenti di gente che possono favorire la trasmissione del virus».

Poi il fuori programma di Bergoglio che, dopo la recita della preghiera, non ha rinunciato ad affacciarsi per pochi istanti, benedicendo i fedeli coraggiosi. A sorprendere, in Piazza San Pietro, è stata invece la lunga coda che si è formata intorno al colonnato per accedere alla basilica vaticana. E in diversi, senza paura, si sono recati a San Pietro. «Se noi dovessimo vivere di paura, non vivremmo più dice una fedele - non usciremmo di casa. Ci vogliono isolati, e questo non è giusto. Per questo sono qua».

A San Pietro anche il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio: «La recita dell'Angelus via streaming? È la dimostrazione che i mezzi della nostra modernità possono combinare guai, ma anche aiutarci a vivere fasi complicate e avvicinarci», dice. Presente anche la Comunità Sant'Egidio a sostegno dell'iniziativa «Non dimentichiamo Idlib».

«La fede è la stessa, sono i tempi che cambiano sottolinea il portavoce, Roberto Zuccolini - viviamo un tempo di incertezza e di paura. Abbiamo capito che la globalizzazione ci rende uguale. L'emergenza ci fa ricordare la necessità di essere solidali e uniti e di pensare alle persone più fragili e più deboli, come gli anziani, i senza fissa dimora.

Intanto ieri sono arrivate nuove misure stringenti per il Vaticano: il Papa celebrerà la messa mattutina in forma privata, l'udienza del mercoledì sarà anch'essa in streaming, mentre i Musei Vaticani chiudono fino al 3 aprile. Resta invece aperta la basilica di San Pietro, dove i controlli col metal detector permettono, visto il poco afflusso, di mantenere le distanze di sicurezza necessarie ad evitare una ulteriore propagazione del coronavirus.

Anche le messe sono sospese in tutta Italia fino al 3 aprile.

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