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"Il Papa? Un marxista argentino che si fa chiamare Francesco"

L'economista ed ex ministro forzista Antonio Martino contesta le teoria di Papa Francesco secondo cui la proprietà privata non sia un bene primario inviolabile

"Il Papa? Un marxista argentino che si fa chiamare Francesco"

"Il diritto alla proprietà è un diritto naturale secondario derivato dal diritti di cui tutti sono titolari, scaturito dai beni creati non vi è giustizia sociale in grado di affrontare l'iniquità che presupponga la concentrazione della ricchezza". Queste parole sono l'ennesimo attacco alla proprietà privata compiuto recentemente da Papa Francesco. Abbiamo chiesto all'economista liberale Antonio Martino, tessera numero 2 di Forza Italia ed ex ministro nei governi Berlusconi, la sua opinione in merito.

Come giudica queste parole?

"Mi sembrano un’idiozia, ma se le dice il Papa ci dev’essere un fondamento perché non si inventerebbe una cosa non vera solo per stupire. Quest’affermazione, però, è veramente gratuita, come se il Pontefice stesse inventando testi evangelici di comodo. Per me è un discorso che non esiste proprio…".

Mi pare di capire che lei non abbia una buona considerazione di Papa Bergoglio...

"Questo Papa mi convince assai poco perché è un marxista argentino che ha l’impudenza di chiamarsi Francesco".

Addirittura marxista?

"Certo, lui in passato si è anche fatto dare un crocifisso con la falce e il martello in un Paese sudamericano…".

C'è chi sostiene che il Papa non dovrebbe occuparsi di politica e che simili affermazioni sono un ingerenza della Chiesa nello Stato. Lei, da liberale, concorda con tale tesi?

"No, questa delle ingerenze non la accetto. È normale, è comprensibile ed è anche giusto che il Papa, che non è solo il capo della Chiesa cattolica ma anche di un piccolo Stato, esprima il suo parere su temi che hanno una rilevanza politica nazionale. Questo è un diritto che non nego così come non consentirei mai l’opposto, ossia allo Stato di intervenire nelle questioni della Chiesa. Il fatto che la Svezia abbia la Chiesa di Stato è una manifestazione tipica dell’aberrante socialismo svedese, non è una cosa accettabile. Credo fortemente nelle parole di Cavour: libero Stato in libera Chiesa".

Ma, tornando alla proprietà privata, perché è così importante continuare a difenderla?

"La tutela dei diritti di proprietà, dal punto di vista economico e sociale, è una di quelle cose talmente ovvie che nessuno le ha capite. Senza tale tutela c’è miseria come l’Unione Sovietica conferma e come lo ha confermato la Cina finché non ha allentato le redini alle città costali. La tutela della proprietà privata è il valore più importante nella coesistenza umana. Che questo Papa non lo capisce dimostra solo quanto gli ecclesiastici tendano ad essere illetterati".

Eppure, proprio il governo argentino e una parte della sinistra italiana ha proposto la patrimoniale per sostenere le spese derivanti dall'emergenza Covid. Lei la considera una misura eccessiva?

"Allora, partiamo da un presupposto.Questa pandemia, in termini quantitativa, è ridicola. La spagnola fece 50 milioni di morti quando la popolazione mondiale era di 1 miliardo e 300 milioni, mentre il Covid ha avuto 40 milioni di abitanti su 6 miliardi di persone e, quindi, ha riguardato lo 0,004 della popolazione. È una cifra irrisoria. Ha conseguenze gravi solo sulle persone anziane che hanno altre patologie.

Per colpa del coronavirus abbiamo adottato provvedimenti che danneggeranno imprese, alberghi e ristoranti e gli effetti drammatici che causeranno li vedremo solo a pandemia finita".

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