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Salvini prepara un Papeete 2? "Perché resterà con Draghi..."

Gli esperti studiano le mosse del leader della Lega. Il politologo Campi: "Vi dico cosa può rischiare con una rottura..."

Salvini prepara un Papeete 2? "Perché resterà con Draghi..."

Il "Papeete 2" è una tentazione. Non per Salvini e neppure per chi conta nel suo partito, ma per qualche amico che lo rimpiange all’opposizione e per gli avversari che non lo vogliono al governo. La realtà è che ripudiare Draghi non è gratis. È una scelta che costa, e non è detto che i benefici siano poi così tanti. Di fatto però se ne parla, pure troppo. Cosa farà il leader leghista questa estate?

Il suo futuro nel governissimo è un argomento ricorrente. C’è tornato il segretario del Pd, Enrico Letta, nel corso della trasmissione diMartedì. "Salvini ha deciso di entrare nel governo, non si poteva dire di no. Per me è un fatto positivo la maggioranza larga, ma non deve essere Giano Bifronte. Deve sostenerlo fino alla fine e non dare l’idea, come francamente viene, di appoggiarlo solo per i soldi del Recovery Fund". Quella di Letta suona come una provocazione. Un modo per mettere in difficoltà il leader leghista, cavalcando il tema del momento.

Qualche giorno fa era stato Vittorio Feltri, il direttore di Libero, a seminare il dubbio. "Non riusciamo a capire il motivo per cui un uomo avveduto quale Salvini si sia messo in maggioranza con questo esecutivo fotocopia di quello di Conte, che per un anno ha menato il can per l’aia senza portare in cascina lo straccio di un risultato. Non si rende conto il buon Matteo che collaborando con gli ex comunisti e gli ex democristiani non combina nulla essendo obbligato a recitare nel ruolo di reggicoda, condividendo la responsabilità di decisioni insensate e punitive nei confronti della popolazione".

E Salvini? La risposta è un modo per tenersi lontano dai guai: "Per me sarebbe stato più semplice restare all’opposizione anziché imbarcarmi con quelli che definisci ex comunisti ed ex democristiani. Eppure l’ho fatto perché rimanendo fuori dai giochi avrei regalato il Paese alla stessa squadra del Conte 2 che ha condannato l’Italia a numeri record in fatto di contagi e vittime, crollo del Pil, ritardi e scandali sulle mascherine e non solo. Nei mesi a venire, anche per la gestione dei fondi europei, verranno gettate le basi per l’Italia dei prossimi decenni: davvero, caro direttore, avremmo dovuto lasciare il nostro futuro nelle sole mani di Speranza, Pd e Cinque Stelle?".

Secondo il sito Dagospia, il leader del Carroccio sarebbe, però, molto meno sicuro di quel che appare. Insomma, Salvini ci starebbe pensando. La suggestione evocata è un ritorno al passato: il "Papeete 2". È uno scenario possibile? Non secondo Alessandro Campi, docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Perugia: "Rimangiarsi tutto tornando all’opposizione? Sarebbe un segnale pessimo. Credo che Salvini abbia tutto l’interesse a giocarsi la partita sui fondi europei e quella sulle riaperture, che in questo momento è cruciale, così la Lega supererebbe la stagione della propaganda, tornando ad essere il partito che parla ai ceti produttivi".

È ancora presto per raccogliere i frutti della scelta governista. "Un leader serio non può farsi condizionare dall’oscillazione di un punto percentuale, ma si deve dare un orizzonte temporale di almeno otto mesi, un anno", spiega Campi. Se Salvini dovesse rovesciare il tavolo, per il politologo, gli effetti sarebbero disastrosi. "Il danno di immagine sarebbe totale: consegnerebbe per la seconda volta il governo nelle mani del Pd, e non credo che gli elettori lo apprezzerebbero, e poi darebbe ragione al cubo alla Meloni, regalandole addirittura consensi".

La pensa così anche il sondaggista Nicola Piepoli. "Salvini ha perso quota perché è andato contro il Paese, è proprio il Papeete che ha messo in discussione il suo share, storicamente la sua discesa inizia da lì". La Lega però ora è stabile, in uno scenario dove quasi tutti stanno pagando un calo di consenso. "Tornando al governo la Lega si è assestata, e chi non scende sale, perché il mercato generale politico è in discesa". Il problema, dicono, è la crescita di Fratelli d’Italia, il vicino di casa che diventa sempre più grande.

Piepoli sostiene che la concorrenza non sia poi così profonda. Non si sta consumando nessuno scontro a destra. "Salvini e Meloni si sono ripartiti i compiti, non so se si sia trattato di una dinamica inconscia o se abbiano comunicato, fatto sta che si sono divisi il mercato elettorale in attesa di un futuro comune, proprio come insegna Sun Tzu: attaccare l’avversario da due posizioni diverse è una strategia vincente".

C’è poi la lettura di Guerino Nuccio Bovalino, docente di Immaginari dell’era digitale all’Università Dante Alighieri di Reggio Calabria. E se la fuga di notizie sui presunti ripensamenti del leader fosse solo una tattica? Quello che in gergo si direbbe un abbocco: "Forse l’idea paventata da alcuni, magari imbeccati, di un nuovo Papeete di Salvini, ha come obiettivo quello di sensibilizzare Draghi alle richieste del mondo leghista".

"Ritengo improbabile che un simile scenario possa materializzarsi – ragiona il docente – perché il suo elettorato di riferimento, pur deluso dalle restrizioni e dalla poca attenzione del governo verso le sue istanze, pretende da Salvini concretezza e incisività, non si può più tornare agli slogan del populismo balneare". La stagione scamiciata è solo un ricordo. Il virus ha cambiato anche i suoi orizzonti.

Non si torna sul luogo del delitto.

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