Vaccinare gli adolescenti prima della riapertura delle scuole. E se l'adesione fosse troppo scarsa come extrema ratio si potrebbe ricorrere ad un obbligo temporaneo. Già nell'autunno scorso i pediatri avevano invitato le famiglie a vaccinare i figli in età scolare contro l'influenza, con scarso successo, per poter individuare più facilmente i casi di Covid. Si potrebbe assistere a quello che potrebbe apparire come un paradosso. Permane infatti l'obbligo introdotto nel 2017 per morbillo, rosolia, parotite e varicella a seguito del calo delle coperture vaccinali che all'epoca suscitò molte polemiche in seguito alle quali venne inserita una clausola di revisione ed eventuale sospensione dopo tre anni. I tre anni sono passati ma con lo tsunami Covid la discussione sull'obbligo per questi altri vaccini è passata in secondo piano. Gli obbligatori per frequentare la scuola sono in dieci: oltre ai 4 già citati l'esavalente, difterite, tetano, pertosse acellulare, poliomielite, epatite B ed haemophilus influenzae di tipo B. Quindi dieci vaccini obbligatori tra i quali però non figura quello per il virus che tiene in scacco il mondo da oltre un anno.
Oggi l'Aifa darà il via libera all'utilizzo di Pfizer per la fascia d'età 12/15 anni dopo l'ok arrivato dall'Ema, l'Agenzia del farmaco europea. Il vaccino, dice il direttore generale dell'Aifa, Nicola Magrini «è ben tollerato, si sono registrati effetti indesiderati minori». Lo studio però ha confermato un'efficacia del 100 per cento tra i giovanissimi.
E dunque anche il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, che ha da poco aperto alla profilassi per tutte le fasce d'età a partire dal 3 giugno, ha invitato le regioni a coprire anche gli adolescenti in fretta soprattutto prima che riapra la scuola. Per la fascia 12/15 anni si deve coprire una popolazione di 2milioni e 300mila ragazzi e dato che si tratta di Pfizer che richiede doppia dose si dovranno effettuare 4milioni e 600mila somministrazioni. Con l'estate alle porte l'ipotesi avanzata è quella di aprire alla possibilità di vaccinare anche a scuola prima dell'inizio delle lezioni. Il principale timore degli esperti però è che ci sia una resistenza rispetto alla vaccinazione. Un ostacolo che potrebbe arrivare dalle famiglie e che invece non sussiste per i maturandi che sono tutti maggiorenni e desiderosi di riprendere una vita «libera».
Nel caso ci fosse una adesione troppo scarsa non sufficiente a garantire che la riapertura delle scuole possa rappresentare di nuovo un rischio per la risalita della curva epidemica si sta già pensando ad un obbligo anche se temporaneo.
La profilassi per il Covid è al momento obbligatoria soltanto per gli operatori sanitari. Ma come stanno andando le vaccinazioni per il personale scolastico? Su circa un milione e mezzo di persone quasi 300mila sono ancora totalmente scoperte.
E le differenze tra regioni sono pesanti: in Sicilia e Toscana il 45 per cento del personale non ha ricevuto neppure una dose e in Calabria il 37. In Sardegna è vaccinato con richiamo soltanto il 3,6 per cento del personale contro il 75 per cento della Puglia.
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