Roma - Parisi va avanti come un treno con la benedizione ufficiale di Berlusconi. E questo spaventa i colonnelli di Forza Italia. Il manager comincerà oggi a incontrare i primi 10 coordinatori regionali azzurri; domani gli altri dieci. A loro chiederà una relazione sullo stato di salute del partito nei territori di cui sono responsabili e poi tirerà le somme. La principale preoccupazione dell'establishment azzurro è legato al ruolo di Parisi che ancora non è chiaro. Quali deleghe avrà in Forza Italia? Ma soprattutto: quanto rottamerà della vecchia classe dirigente? Qualche azzurro ricorda che in più occasioni Berlusconi si sfogò dicendo «questi non li sopporto proprio più», riferito a qualche imprecisato sottufficiale azzurro. Ecco che quindi è scattata la sindrome dell'arrocco da parte della classe dirigenza forzista in carica che vede l'uomo nuovo come una minaccia.
Vero anche, però, che Berlusconi oltre agli sfoghi ha più volte cercato di rassicurare tutti confermando che lui resta il presidente e soprattutto in campo più che mai. È noto che tra i più scettici dell'operazione Parisi siano gli ex An Matteoli e Gasparri ma anche i due capigruppo Brunetta e Romani assieme al governatore della Liguria Toti. «È la sindrome dell'arrocco di fronte a una persona nuova a cui Berlusconi tiene molto», confessa un parlamentare azzurro. Detto questo il Cavaliere non vuole mettere in contrapposizione Parisi a Forza Italia. Anzi: a molti forzisti ha chiesto espressamente: «Ragazzi, vi prego, dategli una mano. È bravo e con il suo contributo possiamo tornare a oltre il 20%». E accanto agli scettici ci sono pertanto anche i filo-parisiani che annoverano Bergamini, Tajani, Carfagna, Prestigiacomo, Marin, Gelmini, De Girolamo, Giro e Miccichè. A fare da cinghia di trasmissione tra il manager e il partito, gli uomini ora più vicini all'ex premier: Sestino Giacomoni, Valentino Valentini e Gregorio Fontana.
Intanto Parisi prosegue nel suo lavoro e cerca adepti per la sua convention di settembre. «Ho intorno a me molte persone, non solo politici: imprenditori, intellettuali, liberali», annuncia in una lunga intervista a Libero. Tema delicato quello della squadra; infatti poi precisa: «Iniziamo a dare un contributo di idee con persone che vengono dal mondo del lavoro e dell'impresa». In effetti Parisi di imprenditori ne conosce a bizzeffe avendo ricoperto il ruolo di Direttore generale di Confindustria. «E poi - ragiona un parlamentare che chiede l'anonimato - Parisi è ben visto da alcuni poteri forti come il Corsera».
Insomma, l'ex candidato sindaco di Milano potrebbe davvero portare aria nuova nel salotto di Forza Italia: «Sono determinatissimo - giura - E oggi dobbiamo ricostruire le basi ideali e programmatiche dell'area liberale e popolare».
Federalismo fiscale, lotta agli sprechi e alla burocrazia, meno Stato nell'economia sono i pilastri del programma che dovrebbe far partorire a settembre. Con o senza Salvini. Perché l'obiettivo è «riconquistare 10 milioni di voti». E quindi tornare ad essere il perno di qualsivoglia coalizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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