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Nessuna lista nella città simbolo: i 5Stelle spariscono da Parma

Dimenticata la vittoria di Pizzarotti nel 2012, il partito di Conte non ha nemmeno trovato la quadra con il Pd

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Il MoVimento 5 Stelle non presenterà la lista per le prossime elezioni amministrative di Parma. Non è una novità politica di poco conto: la città emiliano-romagnola era stata la prima tra i capoluoghi di provincia che la creatura di Beppe Grillo era riuscita a conquistare dopo aver fatto la comparsa sullo scenario partitico italiano. Era il 2012. Poi Federico Pizzarotti sarebbe uscito dalla formazione pentastellata ma la narrativa che ha accompagnato quel trionfo è rimasta intatta per tempo.

I motivi della mancata partecipazione del MoVimento 5 Stelle alle comunali risiedono nei dissidi avuti con il Partito Democratico sul da farsi. I toni utilizzati per la premessa diffusa in queste sembrano al miele, almeno in parte, ma la spaccatura nel "campo progressista" non può che essere notata:"Vista l'importanza della fase finale di transizione e del percorso di riorganizzazione guidato da Giuseppe Conte - ha fatto presente il senatore Gabriele Lanzi, che è proprio di Parma - , il M5S non si presenterà alle amministrative in tutti i Comuni d'Italia".

E ancora: "A Parma abbiamo portato avanti per mesi il progetto di un campo progressista unito, che sta prendendo sempre più piede anche a livello nazionale, per giungere alle amministrative con un'ampia coalizione, un polo credibile e alternativo all'amministrazione uscente, per ribaltare una politica sciatta, scoordinata, contraddittoria e avversa, nei fatti, alle necessità e urgenze ambientali e sociali". Un'operazione che, a quanto pare, non è riuscita. Anche se da parte grillina tendono a scaricare ogni responsabilità sui Dem guidati da Enrico Letta.

Il "campo largo" immaginato per Parma, e per altre città che saranno chiamate a recarsi alle urne tra poche settimane, non regge poi così tanto: "Il quadro che si è invece definito rasenta l'inverosimile: il Partito democratico" - ha fatto presente Lanzi, così come ripercorso dall'Adnkronos - "non presenta un proprio candidato sindaco ma ne sceglie uno nel campo dei propri avversari; lo chiamano campo largo, una definizione non sufficiente però a chiarire quali siano state le reali motivazioni per una scelta così paradossale".

C'è stato pure un secondo tentativo. Quello, in estrema sintesi, di presentarsi con un cartello elettorale contenente tutte le sigle alla sinistra del Pd o quasi. Ma anche in questa circostanza il MoVimento 5 Stelle ha trovato la strada sbarrata dinanzi a sé: "Abbiamo dovuto prendere atto però della impercorribilità di una strada comune che per noi era il presupposto per essere presenti in questa tornata elettorale con una proposta solida per la città di Parma", ha proseguito Lanzi.

La città simbolo che aveva lasciato intendere come i grillini potessero essere davvero competitivi sul piano territoriale (sensazione che, a parte qualche raro caso, non è mai stata confermata) saluta l'universo pentastellato che a questo giro è costretto a sedere in panchina.

Non un buon segnale per la leadership di Giuseppe Conte che continua ad avere serie difficoltà di gestione del partito.

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