
Il confronto si fa sempre più acceso, le diverse anime all'interno del collegio cardinalizio stanno pian piano emergendo con le loro sensibilità. Scambi a volte taglienti, sguardi nervosi ma anche numerosi abbracci e diversi sorrisi a una settimana esatta dall'entrata nella Cappella Sistina. I nomi dei papabili ormai circolano liberamente durante le cene e le pause caffè. Da un lato ci sono cardinali che pregano lo Spirito Santo per trovare una strada e scegliere la persona migliore che possa guidare la Chiesa, ma dall'altro ci sono anche cardinali ben organizzati che sottovoce suggeriscono ai meno esperti su chi puntare: «Dobbiamo votare questo candidato», dice qualcuno.
E così i nomi dei papabili salgono e scendono nel gradimento dei vari porporati arrivati da tutto il mondo: Pietro Parolin è decisamente ancora il nome più citato in queste ore, tanto che, a dire di qualche eminenza, avrebbe ricevuto anche l'endorsement di un cardinale arrivato a Roma nei giorni scorsi e ritenuto da più parti espressione del mondo più vicino alla tradizione. Se così fosse, oltre al pacchetto di voti già pronto, si aggiungerebbero anche le preferenze di quei cardinali che vedrebbero nel Segretario di Stato, un argine ad una possibile «deriva bergogliana» anziché la naturale continuazione del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, come invece sta sostenendo qualcuno. Il porporato veneto, però, è stato abbastanza chiaro qualche giorno fa: l'eredità di Papa Francesco «dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri». Non tutti, all'interno delle congregazioni, sono d'accordo sul fatto che il capo della diplomazia vaticana possa essere il giusto successore di Bergoglio: in tempi non sospetti, uno dei kingmaker di questo conclave aveva sostenuto che «Parolin è il candidato dei conservatori». Altri porporati, invece, scommettono che pur non avendo nel curriculum esperienza pastorale in una diocesi e nonostante il carattere schivo e discreto, il cardinale vicentino potrà raccogliere benissimo il testimone lasciato da Francesco. La questione, insomma, rimane ancora aperta.
In queste ore in cui gli occhi sono dunque tutti puntati sul Segretario di Stato, sta emergendo nel frattempo anche un'altra candidatura dal basso: i cardinali convinti che si debba continuare senza tentennamenti sulla strada della sinodalità aperta da Bergoglio, pensano che Mario Grech, voluto da Francesco come segretario generale del Sinodo, possa essere la persona giusta per assicurare una continuazione delle riforme e di quel cammino in ascolto del Popolo di Dio tanto voluto dal Pontefice argentino. Il porporato maltese, 68 anni, che prima di arrivare in Vaticano è stato vescovo sull'isola di Gozo, è anche un esperto di diritto canonico, sensibile alla questione dei migranti e degli abusi nella Chiesa. Può contare certamente sull'appoggio di figure di spicco del collegio cardinalizio che in questi anni si sono spesi in prima linea per la sinodalità.
Ma non è finita: mentre negli ultimi giorni, tra le mura vaticane, non vengono più citati cardinali come Matteo Zuppi o Luis Antonio Tagle, l'americano residente in Vaticano, Robert Prevost, agostiniano con un passato da missionario in Perù, continua a essere sulla bocca di alcuni cardinali, soprattutto sudamericani che nelle ultime ore hanno espresso apprezzamento per il suo profilo e per il lavoro svolto in missione, Anche lui dal carattere riservato, è stato già vittima di fake news riguardanti la salute (stessa sorte era toccata al cardinale Bergoglio durante il conclave del 2013).
C'è da dire, comunque, che all'interno delle Congregazioni Generali i cardinali non stanno ragionando in termini politici, schierandosi in progressisti o conservatori, stanno piuttosto guardando le qualità dei vari porporati che, giorno dopo giorno, si stanno facendo conoscere anche attraverso i loro discorsi. Già nell'agosto del 2022, durante delle riunioni cardinalizie volute da Papa Francesco, un porporato aveva preso la parola, colpendo positivamente l'intero collegio. Si tratta del vescovo di Stoccolma, Anders Arborelius, 75 anni, carmelitano scalzo, ex luterano convertitosi al cattolicesimo in giovane età.
Il porporato ieri, raggiunto dagli americani del Catholic News Service, ha detto che «la caratteristica distintiva del nuovo Papa dovrebbe essere la santità, dobbiamo trovare qualcuno che aiuti il mondo a liberarsi dal peccato, dall'odio, dalla violenza e che promuova riconciliazione e un incontro più profondo. Serve amore, misericordia, attenzione e interesse per le persone; un Papa che voglia incontrare la gente».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.