Parte la corsa alle firme. E nel primo sondaggio il Sì già in pole con il 56%

Si sfalda pure la compattezza dell'opposizione. L'ala riformista Pd vuole un dibattito nel partito

Parte la corsa alle firme. E nel primo sondaggio il Sì già in pole con il 56%
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"Pronti, partenza, via: prima doccia gelata per la sinistra. I sondaggi danno il Sì in testa al referendum confermativo sulla riforma costituzionale, appena approvata con doppia lettura dal Parlamento, che introduce la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e magistrati giudicanti. Il 30 ottobre il Senato ha dato il via libera al provvedimento. Ecco che 48 ore dopo, piomba la prima rilevazione che spezza le gambe al fronte sinistra-toghe rosse.

Secondo quanto emerge da un sondaggio realizzato da YouTrend per Sky TG24, il 56% voterebbe "sì", mentre il 44% "no". E soprattutto il Sì cresce rispetto al dato di luglio (51%). Inoltre, la maggioranza relativa promuove i contenuti della riforma della giustizia: i favorevoli sono il 45% a fronte del 27% di contrari, con ben il 28% di indecisi.

Dalle interviste di YouTrend emergono altri spunti. Se si andrà al referendum, voterebbe il 48% degli intervistati, mentre un 20% lo farebbe "probabilmente". Gli indecisi sono il 16%, mentre un 9% è certo di non andare a votare. In caso di un eventuale vittoria del No al referendum, la popolazione è divisa in due blocchi: il 39% sostiene che Meloni dovrebbe restare al suo posto, il 37% che dovrebbe dimettersi. La data della consultazione dovrebbe ricadere a marzo.

La vittoria del Sì appare a portata di mano. Anche perché le defezioni nel fronte di sinistra si susseguono. Tra la toghe non allineate sale la tentazione di schierarsi per la conferma della riforma. E dal Pd rilanciano fake come l'accusa al ministro Nordio di voler spezzare le unghie ai magistrati. Frasi mai pronunciate. Un padre nobile del Pd come Goffredo Bettini si è schierato a favore della separazione delle carriere. Ma anche altre voci si sono espresse a favore, da Enrico Morando a Stefano Ceccanti. Lo stesso presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è per il Sì alla riforma.

L'ala riformista attende un dibattito in direzione per mettere agli atti la propria posizione. Non si sbilancia Italia Viva. "Stiamo valutando e discutendo al nostro interno, sappiamo che è una riforma che serve", dice Maria Elena Boschi a Radio Rai 1 ospite di Un giorno da pecora. Mentre Maurizio Gasparri (FI) avverte: "Il governo andrà avanti fino alla fine della legislatura. Il referendum sulla separazione delle carriere non va politicizzato. Noi invitiamo a votare, ovviamente, visto che la riforma era nel programma".

La macchina burocratica è pienamente operativa. Maggioranza e opposizione hanno avviato distinte raccolte di firme per richiedere il referendum confermativo sulla riforma della giustizia che prevede la separazione delle carriere. L'avvio della procedura alla Camera è stato annunciato in avvio di seduta dal vicepresidente Giorgio Mulè. Per il centrodestra la richiesta formale è stata presentata già il 31 ottobre da Galeazzo Bignami, Riccardo Molinari, Paolo Barelli e Maurizio Lupi. La maggioranza ha indicato Sara Kelany, Enrico Costa e Simonetta Matone come delegati. Per il centrosinistra la richiesta per avviare la procedura è stata presentata da Simona Bonafè, Carmela Auriemma e Marco Grimaldi e sono stati indicati Chiara Braga, Riccardo Ricciardi e Luana Zanella come delegati in Cassazione, una volta raggiunto il quorum costituzionale di un quinto dei componenti della Camera.

I deputati potranno andare a firmare dal lunedì al venerdì (dalle 9.30 alle 19) nell'Aula delle Giunte di Montecitorio. Domani invece si terrà al Senato la conferenza stampa per la presentazione del comitato del Sì promosso dalle Camera penali.

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