Interni

Il partito ridisegna la sua fisionomia. E va sciolto presto il nodo del simbolo

Eletti il tesoriere Roscioli e i probiviri. Decadono i vicepresidenti attuali

Il partito ridisegna la sua fisionomia. E va sciolto presto il nodo del simbolo

Ascolta ora: "Il partito ridisegna la sua fisionomia. E va sciolto presto il nodo del simbolo"

Il partito ridisegna la sua fisionomia. E va sciolto presto il nodo del simbolo

00:00 / 00:00
100 %

Non c'è solo l'avvio del nuovo corso con Antonio Tajani eletto all'unanimità segretario nazionale e la rinuncia al ruolo di presidente del partito, carica ritirata per statuto. Forza Italia ridisegna la propria fisionomia e la propria struttura, partendo dai suoi organismi direttivi. Non essendoci più un Comitato di presidenza, si andrà verso una segreteria nazionale, come non essendoci più un presidente decadono i vicepresidenti del partito tutt'ora in carica, lo stesso Tajani, Anna Maria Bernini e Alessandro Cattaneo. È chiaro che sulla riorganizzazione, anche territoriale, dovrà lavorare Tajani, così come dovrà valutare come procedere rispetto al simbolo, visto che si parla di inserire il nome di Berlusconi nel logo azzurro, formato dalla bandiera tricolore e la scritta bianca Forza Italia.

Allo stato, il tesoriere, l'avvocato romano Fabio Roscioli - che ha sostituito Alfredo Messina, dirigente Fininvest per 30 anni - è l'uomo che ha la disponibilità del simbolo in ogni competizione elettorale. Proprio Roscioli viene eletto tesoriere dall'assemblea che concede la propria fiducia anche a Maria Rizzotti, Caliendo, Milanato, Spena, Rizzotti e Bonasegale, eletti probiviri. Bisogna acquisire confidenza con lo Statuto che diventa la bussola da seguire in ogni passaggio, ma le votazioni scorrono veloci e si sceglie di evitare il lungo dibattito - inizialmente erano previsti una quindicina di interventi - e di riconoscersi tutti nel discorso di Antonio Tajani.

D'altra parte era annunciata l'intenzione di far sì che il Consiglio Nazionale si rivelasse un momento unificante, un luogo in cui stringersi attorno al ministro degli Esteri e fargli sentire l'appoggio e la coesione del partito, senza alimentare la logica delle correnti, rinviando il vero confronto al congresso.

Il «partito» sì. Perché tutti sono consapevoli di essere di fronte, per dirla con Alessandro Cattaneo, all'«inizio di un nuovo e inedito percorso», un percorso per il quale bisognerà strutturarsi e reinventarsi. Di certo lo accompagneranno in questo percorso i suoi fedelissimi. Francesco Battistoni, ad esempio, come commissario regionale delle Marche si prepara al lavoro sul territorio, consapevole che «Tajani è la migliore figura che il Consiglio Nazionale poteva esprimere. Anche il presidente Berlusconi riteneva avesse la stoffa del leader di assoluto prestigio internazionale. Lavorerà giorno e notte per l'interesse del partito». Stessa promessa di lavoro sul territorio arriva da Mauro D'Attis, commissario pugliese. «Mi auguro che Tajani possa essere presto nella nostra regione per incontrare le donne e gli uomini che ci hanno permesso di ottenere grandi risultati alle Politiche e alle Amministrative». C'è poi il capogruppo Paolo Barelli che siede al tavolo e promette «determinazione» nella ripartenza, nonostante la nostalgia e il dolore per la mancanza di Berlusconi. E poi Alessandro Battilocchio, coordinatore della Provincia di Roma, che oggi come organizzatore di «Anuman, la foresta delle idee» ospiterà nel convento dei Padri Cappuccini di Tolfa, la prima uscita di Antonio Tajani. Un appuntamento in cui cento giovani Under 25 avranno modo di confrontarsi con il neosegretario, con Barelli, con il coordinatore dei giovani Stefano Benigni e con il sindaco Stefania Bentivoglio.

Un lavoro di dialogo e di faticosa semina che Tajani è pronto ad affrontare, sfidando anche l'arrivo di Caronte.

Commenti