Coronavirus

Via alla prima Pasqua a porte chiuse

Giovedì Santo senza lavanda dei piedi, e oggi alla Via crucis non ci saranno fedeli

Via alla prima Pasqua a porte chiuse

Nessuna lavanda dei piedi, né processione, né reposizione del Santissimo. E nemmeno fedeli alla messa del giovedì santo, che apre i riti del triduo Pasquale.

Ed ancora: una Via Crucis in versione ridotta (e non come di consueto al Colosseo), bacio della Croce concesso solo al celebrante, nessun battesimo alla Veglia pasquale. Infine, per la prima volta nella storia recente, il Papa non impartirà la benedizione Urbi et Orbi per Pasqua dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana, ma dai cancelli della Confessione.

Ieri mattina non si è tenuta la messa crismale, con il Papa che tradizionalmente benedici gli olii che vengono consegnati a tutte le parrocchie per i sacramenti.

È una Pasqua insolita, priva dei gesti fondamentali nel triduo che ricorda il tradimento, la crocifissione, la morte e resurrezione del Signore. Una Pasqua non solo a porte chiuse a causa del coronavirus, ma che diventa essenziale e semplice anche nella liturgia.

Per la seconda volta dall'inizio della Settimana Santa, Bergoglio presiede la celebrazione della Messa in Cena Domini in cui si ricorda l'Ultima Cena di Gesù con i suoi discepoli - in una Basilica di San Pietro deserta. Alle spalle dell'altare svetta il Crocifisso miracoloso che il Papa ha voluto con sé per chiedere la fine della pandemia.

Al centro dell'omelia, tenuta a braccio, il ruolo dei sacerdoti. «Oggi non c'è la messa crismale afferma Francesco - spero che possiamo averla prima di Pentecoste, altrimenti dobbiamo rimandarla all'anno prossimo. Ma non posso far passare la messa senza ricordare i sacerdoti che offrono la vita per il Signore, sacerdoti che sono servitori. In questi giorni sono morti circa cento sacerdoti qui in Italia, nell'attenzione ai malati, negli ospedali: insieme a medici e agli infermieri sono i santi della porta accanto, sacerdoti che servendo hanno dato la vita».

Il Papa prega anche per i sacerdoti calunniati a causa di episodi di pedofilia commessi da altri sacerdoti: «Tante volte succede oggi che non possono andare per strada perché dicono cose brutte, in riferimento al dramma che abbiamo vissuto con la scoperta dei sacerdoti che hanno fatto cose brutte. Alcuni prosegue - mi dicevano che non possono uscire di casa perché li insultavano». Infine, un invito a tutti i religiosi: «Non siate testardi come Pietro, lasciatevi lavare i piedi, il Signore è il vostro servo. Lui è vicino a voi per darvi la forza, per lavarvi i piedi».

Nell'intervista rilasciata al giornalista britannico Austen Iverigh, nei giorni scorsi, Francesco ha confidato che «non è facile stare chiusi in casa». Per lui non c'è nulla di più naturale che stare in mezzo alla gente. Ed è un sacrificio, per il Pontefice, celebrare il culmine dell'anno liturgico, la settimana santa, al chiuso della basilica di San Pietro.

Questa sera la tradizionale Via Crucis non si terrà al Colosseo, ma in piazza San Pietro: scenografia non meno suggestiva, ma anche stavolta senza fedeli. Le meditazioni sono affidate ai detenuti del carcere Due Palazzi di Padova: tra loro un ergastolano al 41bis, una famiglia vittima di omicidio, un magistrato di sorveglianza, la madre di un carcerato, la figlia di un ergastolano, un frate volontario e un poliziotto.

Due detenuti saranno presenti questa sera a San Pietro, per portare la croce.

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