Passa il dl Sicurezza, bagarre in Aula

Ok della Camera, 163 sì. Proteste dell'opposizione e la Schlein evoca il Ventennio

Passa il dl Sicurezza, bagarre in Aula
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Dopo la maratona notturna e l'ok alla fiducia, l'Aula della Camera licenzia con 163 sì il decreto sicurezza. Ora il testo passa al Senato. Il timing prevede l'approvazione finale entro il 10 giugno. Il provvedimento introduce un pacchetto di norme contro le occupazioni abusive, borseggiatrici e devastazioni ai cortei. La sinistra però alza il livello dello scontro, accusando il governo Meloni di leggi liberticide, in vista della manifestazione di piazza in programma sabato contro il provvedimento. Ieri nel lungo dibattito parlamentare, prima del voto finale, la segretaria del Pd Elly Schlein evoca il ventennio: «Devo riconoscere un merito a questo governo, perché siete riusciti nell'impresa non facile di mettere d'accordo giuristi, magistrati e avvocati penalisti, tutti con le critiche a questo provvedimento. L'Unione delle camere penali ha detto sinteticamente che peggio del dl sicurezza c'è solo il dl sicurezza. Una serie disorganica di misure repressive che introducono 14 nuovi reati e 9 nuove aggravanti, portando l'Italia più indietro del Codice fascista Rocco del 1930». Per la leader del Pd l'obiettivo del governo «non è quello di dare risposte alle paure non interessa nulla. Vi interessa alimentarle per puntare a un consenso facile, un'arma di distrazione di massa mentre tagliate la sanità pubblica, tagliate la scuola pubblica, tagliate l'università e bloccate il salario minimo. Un bieco populismo penale». Di parere opposto i leader del centrodestra. Il vicepremier Matteo Salvini si dichiara «molto contento dell'approvazione del Decreto sicurezza che dà più poteri e tutele legali alle forze dell'ordine. E scelgo uno dei tanti episodi, permette lo sgombero immediato delle case occupate abusivamente da chi non ha titolo di farlo, oltre che prevedere una stretta sulle truffe agli anziani. Quindi sono molto soddisfatto di quel testo». In Aula però la sinistra non rinuncia allo show. Riccardo Magi parla di Stato di polizia: «È un decreto che porta più propaganda, più conflittualità sociale e porta più discrezionalità nei giudici. Sono norme scritte male e in buona parte incostituzionali. State rendendo il paese più insicuro, più conflittuale e state introducendo dei piccoli elementi da stato di polizia».

Duro anche il l'intervento di Nicola Fratoianni: «È un decreto della paura, della stupidità, dell'ipocrisia che non risponde a nessuno dei problemi del paese. La vostra tendenza a rispondere con la repressione a tutto ciò che dissente dal vostro punto di vista è pericolosa e grave. Questo decreto è un salto di qualità. Noi voteremo contro». Il clima si infiamma quando prende la parola Augusta Montaruli, deputata Fdi: «Voi siete parte di coloro che erano in piazza: sono il vostro strumento, provate a farne strumento in modo che ci fosse un'oppressione verso questo Parlamento, ma sappiate che non ci intimoriscono e non ci intimorite. Sono il vostro strumento perché ne avete bisogno come il pane, perché di fronte alla perdita di consenso non vi sono rimasti che loro. Spranghe, molotov, bastoni, bombe a mano non sono dissenso e libertà, sono solo criminalità che va punita. Avete maturato allergia verso le forze dell'ordine. Per voi chi indossa una divisa è un nemico, per noi è un amico».

La sinistra reagisce con cartelli: «Né liberi né sicuri», «Non si arresta la protesta», «La democrazia non si piega», «Decreto paura». Un antipasto della mobilitazione fissata per sabato. In Questura a Roma è massima allerta dopo gli scontri di lunedì scorso.

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