Elogi, tanti, ma anche qualche immancabile sberleffo pavloviano, accolgono il day after del passo indietro di Silvio Berlusconi. Le reazioni, anche in una giornata nella quale impazza il toto-nomi nella corsa al Colle dopo il no del Cav, sono tante, a seguire quelle dei big del centrodestra espresse a caldo sul gesto di responsabilità del leader azzurro. E alcune, in particolare, escono dal coro dei pro o contro per tentare un'analisi differente.
È il caso, per esempio, del tweet del direttore del Riformista Piero Sansonetti: «Non so se Berlusconi sarebbe stato un buon Presidente della Repubblica. So perché non lo sarà. Perché è scattato il veto del partito dei Pm. Che oggi dispone del potere assoluto. È la tragedia e la vergogna dell'Italia. Avere un potere abusivo e non avere la magistratura». Forza Italia plaude alla scelta del leader, a cominciare dalla vicepresidente azzurra al Senato Licia Ronzulli, che dopo aver sottolineato l'amore per l'Italia e il senso delle istituzioni di Berlusconi, ricorda come ora «il centrodestra è al lavoro per individuare e proporre un nome all'altezza delle grandi sfide a cui è chiamato il Paese». Torna indietro di un decennio il senatore di Fi Renato Schifani, ricordando come Berlusconi, «proprio come fece nel 2011 quando decise di dimettersi nell'interesse del Paese», anche stavolta «sceglie la strada della responsabilità per il bene dell'Italia».
Anche Roberto Pella, capogruppo Fi in commissione Bilancio alla Camera, plaude il Cav per aver «anteposto la necessità del Paese di unità politica alla sacrosanta aspirazione di Forza Italia, del centrodestra e di moltissimi grandi elettori di altri gruppi, di candidarlo ed eleggerlo alla Presidenza della Repubblica», e di «eccezionale atto di generosità nei confronti del Paese» parla il deputato azzurro Andrea Gentile, un leit-motiv fatto proprio da Rita Dalla Chiesa e condiviso anche dalle deputate Vincenza Labriola e Sandra Savino. Se tutti, in Fi, rimarcano le qualità da statista del numero uno azzurro, il senatore Marco Siclari ne ricorda la popolarità, osservando come «se in Italia esistesse la legge elettorale diretta per il Presidente della Repubblica, Berlusconi sarebbe stato sicuramente eletto». Anche il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto loda la scelta del Cav di anteporre al proprio interesse la coesione nazionale e chiosa: «Chi lo accusava di essere divisivo ha ricevuto una perentoria lezione di stile e di senso dello Stato».
Ma per qualcuno l'addio alla candidatura «divisiva» non è merito della scelta del diretto interessato, e così il parlamentare del gruppo misto Michele Sodano, ex pentastellato, rivendica il merito a se stesso e ai «25 no-Draghi espulsi dal M5s» che «non hanno ceduto alla grottesca operazione scoiattolo», mentre Sardine e Popolo viola dopo il
passo indietro del Cav non ne hanno abbastanza: «Ora noi stiamo attenti che a Berlusconi non si sia dato nulla in cambio, che non venga eletto senatore a vita o la grazia presidenziale. In tal caso torneremmo in piazza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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