I dati delle vendite di auto rispecchiano il quadro in peggioramento dell'economia italiana e il clima di forte incertezza tra i consumatori. A questo sentiment si uniscono, poi, la demonizzazione ideologica dei motori diesel e l'impossibilità, da parte dei concessionari, di erogare gli ecobonus per chi acquista veicoli elettrici e ibridi. Nonostante l'entrata in vigore del premio green l'1 marzo scorso, manca sempre il decreto attuativo, mentre Invitalia, incaricata dal ministero dello Sviluppo economico, non ha ancora messo a disposizione delle reti commerciali la prevista piattaforma online.
A soffrire sono così le immatricolazioni che, in marzo, hanno subito una nuova battuta d'arresto: -9,6% rispetto a un anno fa. A preoccupare è anche il -19,3% registrato da Fca il mese scorso, con Alfa Romeo sempre più in sofferenza (-54,7%), mentre Lancia realizza un +15,4%. Nel primo trimestre, a fronte di un -6,5% complessivo, il Lingotto totalizza un -16,5% con le sole Jeep (+2,9%) e Lancia (+35%) che guadagnano volumi.
Nel settore l'allarme è alto. Il primo trimestre, infatti, come sottolinea il Centro studi Promotor, è il più importante dell'anno, mentre il parco circolante, in assenza di provvedimenti concreti per accelerarne il ricambio, si distingue per l'elevata media di anzianità: 11 anni.
Oltre alla scarsa propensione ad acquistare una vettura nuova, «nel 2109 - precisa Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor - non vi sono più i superammortamenti per le auto utilizzate come beni strumentali, problema che penalizza gli acquisti delle aziende». «Per quanto riguarda i privati - aggiunge l'esperto - un freno è rappresentato dalla guerra al diesel (-25% mese su mese, -25,6% tra gennaio e marzo), si assiste, inoltre, al rallentamento del ricorso alle immatricolazioni per alimentare il mercato dell'usato con i cosiddetti Km 0, scelta che alcuni marchi hanno fatto per privilegiare i canali di vendita più remunerativi».
Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto) parla a nome dei concessionari, i quali, a causa «del grave ritardo nell'emanazione del decreto applicativo sull'ecobonus e di indicazioni insufficienti sull'applicazione del malus, non sono il grado di dare risposte ai clienti».
«Il governo - commenta il presidente di Federauto - rifletta velocemente sul valore dei provvedimenti già presi, che noi confermiamo inadeguati e in parte nocivi. E adotti le necessarie correzioni di rotta in vista del prossimo decreto Crescita».
A preoccupare è anche l'intenzione manifestata dal ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, di introdurre la «targa personale», intervento visto non come una semplificazione ma un ulteriore appesantimento burocratico.
«In prospettiva - spiega Michele Crisci, presidente di Unrae (costruttori esteri) - il mercato non può che peggiorare.
Tra le fasce penalizzate dall'ecotassa, quella con emissioni da 161 a 175 grammi/chilometro di CO2, a esempio, il mese scorso ha visto un incremento della domanda, trattandosi, però, di veicoli ordinati prima dell'1 marzo e, quindi, esenti, dal pagamento del malus».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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