Pasticcio sulla patrimoniale. Meloni: "Non si farà mai"

L'esecutivo approva per sbaglio un odg della Sinistra. La premier: "Fratoianni ripassi fra quattro anni..."

Pasticcio sulla patrimoniale. Meloni: "Non si farà mai"
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È ora di pranzo quando Nicola Fratoianni sbuca fuori dall'Aula della Camera con un sorriso che è una via di mezzo tra il soddisfatto e il divertito. Intanto, a pochi metri dal segretario di Sinistra italiana, proprio al centro del Transatlantico, si forma un capannello piuttosto agitato con alcuni big di Fdi. Tra gli altri, ci sono il capogruppo Tommaso Foti e la sottosegretaria all'Istruzione Paola Frassinetti. È proprio lei che ha appena dato il parere favorevole del governo all'ordine del giorno di Fratoianni che impegna l'esecutivo a «valutare una Next generation tax» per «reperire risorse per combattere la dispersione scolastica».

Ci mancherebbe, tecnicamente un odg ha un valore vincolante pari allo zero, ma l'autogol - politico e soprattutto comunicativo - è evidente. Anche perché l'odg del leader di Si prevede una tassa destinata a colpire i «patrimoni delle persone fisiche solo se superiori a 500mila euro». Insomma, bastano pochi minuti il via libera del governo a un odg di Sinistra italiana per introdurre una patrimoniale diventa una delle notizie di giornata.

Un cortocircuito piuttosto surreale. Pur considerando la concitazione del momento (i pareri sono arrivati solo dieci minuti prima dell'esame della Camera e Frassinetti si è di fatto affidata all'indicazione dei suoi uffici legislativi), sarebbe dovuta bastare la firma di Fratoianni a far scattare l'allarme. Senza entrare nel merito del testo, in cui si parla di una nuova tassa sul patrimonio. Insomma, per un governo di centrodestra vera e propria kriptonite.

E infatti in Fratelli d'Italia si va un po' in confusione. La spiegazione iniziale al parere favorevole - va detto, niente affatto lineare - è che l'odg di Fratoianni ha come obiettivo la guerra alla dispersione scolastica, tema molto caro all'esecutivo che però esclude di introdurre nuove tasse. Le stesse che sono espressamente previste nell'odg. Insomma, un pasticcio nel pasticcio. Tanto che quando la notizia arriva a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni non avrebbe nascosto una certa irritazione per quello che non è il primo incidente parlamentare. Lo scivolone è oggetto di un chiarimento anche durante il vertice di maggioranza tra la premier, i vice Matteo Salvini e Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato, appuntamento in agenda da giorni per fare il punto prima della pausa estiva. È l'occasione per invitare tutti alla «massima attenzione», perché - è il ragionamento di Meloni - episodi del genere sono il termometro di uno scollamento tra Parlamento e governo. La premier chiede dunque più «coordinamento» e «coesione», anche in vista della ripresa dei lavori a settembre, quando si entrerà di fatto nella lunga campagna elettorale che porterà alle elezioni Europee di giugno. E anche guardando al confronto che si aprirà sulla manovra, l'invito a tutti è di avere un atteggiamento prudente: «I soldi sono pochi, quindi evitiamo proposte-spot».

Meloni, però, decide anche di chiudere sul nascere la querelle sulla patrimoniale, perché senza una presa di posizione chiara il rischio è di trascinarsela dietro per giorni sui giornali e nei talk televisivi. Così a metà pomeriggio, da Palazzo Chigi filtra una chiusura netta all'ordine del giorno di Fratoianni.

L'odg - è la posizione della premier - impegna il governo a «valutare la possibilità di introdurre una Next generation tax» e l'esecutivo ha «velocemente valutato la proposta» e «altrettanto velocemente» ha concluso che «non intende dare seguito alla stessa». Insomma, la butta lì Meloni a mo' di battuta durante il vertice di maggioranza, «se davvero vuole mettere la patrimoniale dite a Fratoianni di ripassare fra quattro anni».

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