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Ma la patente di democrazia non la dà il Pd

Consiglio non richiesto alla Meloni, farsi prendere il meno possibile nel gioco infinito della legittimazione a governare e pensare molto ai problemi veri degli italiani, in primis economici.

Ma la patente di democrazia non la dà il Pd

Consiglio non richiesto alla Meloni, farsi prendere il meno possibile nel gioco infinito della legittimazione a governare e pensare molto ai problemi veri degli italiani, in primis economici. Saranno i nostri cittadini nelle urne a darle, se sarà, il famoso patentino democratico. Se non dovesse essere così, altro che preoccupazione per la presunta destra illiberale, saremmo già nella negazione della Costituzione e della nostra storia repubblicana.

Siccome però al Quirinale siede un signore, Mattarella, rieletto due volte per la sua statura di garante della nostra democrazia, direi a Letta e Calenda di pensare più alle loro idee per l'Italia che a stabilire chi è degno di partecipare al gioco. Sono anche loro giocatori, non possono fare pure gli arbitri. Semmai concordo con Crosetto su un punto, una sinistra coalizzata in un Ulivo ideologico ossessionato dall'Altro più che da un programma coerente di governo, può essere sì una preoccupazione per il futuro. Più che un eventuale opposizione sarebbe, nel caso, un muro che renderebbe difficile la dialettica democratica, specie se si considerano gli appoggi nel mainstream e nella macchina giudiziaria. Questi sono i veri temi di principio, non un fantomatico ritorno del fascismo su cui anche i soloni imbeccarti del New York Times si sono dovuti ricredere.

Nel programma del centrodestra la posizione atlantista a favore di Kiev è scritta, nell'alleanza c'è un partito, Forza Italia, da sempre europeista, in Forza Italia c'è Tajani, che del Parlamento europeo è stato Presidente stimato e autorevole. Per il resto siamo alle manine o alla manone di imprecisati servizi segreti che passano documenti riservati che non dimostrano nulla se non un interessamento illegale alla politica italiana.

L'altra grande preoccupazione è quella dei fini, ma non imparziali, costituzionalisti, che Meloni & company in un Parlamento ristretto abbiano i numeri per cambiare la Carta da soli. Non vedo segnali, l'autonomia regionale è già prevista, e la discussione sul Presidenzialismo è legittima, ricordate i giorni bui della politica a gennaio per il Quirinale? Secondo consiglio non richiesto alla Meloni, indicata vincente dai sondaggi.

Più la campagna elettorale sarà violenta, più il linguaggio deve rimanere moderato, sono i moderati la maggioranza degli italiani, quelli che il 25 settembre devono trovare un buon motivo per uscire da casa.

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