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Le banche smascherano Conte: "Soldi promessi? Ci vorrà tempo"

Il presidente dell'Associazione bancaria italiana Patuelli non prevede tempi "sprint" per l'erogazione dei soldi alle imprese previsti dal governo. Cna e Confcommercio auspicano soluzioni in tempi brevi ma soprattutto "procedure semplici, chiare e veloci"

Le banche smascherano Conte: "Soldi promessi? Ci vorrà tempo"

Invece di accelerare i tempi, si procede a rilento. E le dichirazioni del Presidente dell'Abi Patuelli, in tal senso, non fanno ben sperare. "Penso che la fase preparatoria riempirà almeno la settimana di Pasqua". È "l'almeno", che non promette nulla di buono. Il provvedimento con il "bazooka" sulle linee di credito garantite dallo Stato non ha visto la luce perché, di fatto, fino a ieri sera non era pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

In un’intervista a Milano Finanza, Patuelli ha spiegato che "per quanto le banche possano provare a correre, non sarà possibile far arrivare alle aziende in tempi da sprint la liquidità assistita dalle garanzie pubbliche varate con il decreto legge approvato lunedì". La motivazione va ricercata nell'Ue che dovrà dare il via libera ma anche nelle procedure, che non potranno essere quelle ordinarie.

L'appello di Cna

Sotto l'incalzare delle imprese, nella giornata di ieri l'associazione delle banche e la Sace hanno dato il via ad un gruppo di lavoro per capire gli aspetti operativi del provvedimento. Intanto, come si legge sul Tempo, la Confederazione Nazionale dell'Artigianato di Roma (Cna), ha lanciato una sorta di appello alle banche romane per "attivare per quanto di loro competenza procedure semplici, chiare e veloci, allo scopo di assicurare la necessaria efficacia agli interventi promossi dal governo e dalla Regione". Questa nota sottolinea come le impresse abbiano "bisogno immediato di liquidità. Ne va della loro sopravvivenza e della stabilità del nostro sistema economico".

Il decreto liquidità del governo, però, non soddisfa: Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio non è del tutto soddisfatto e lo considera "ancora una risposta parziale". Le imprese hanno immediato bisogno di trovare nuova linfa vitale seguendo il percorso più breve. "Il problema centrale per tutti gli imprenditori resta la necessità vitale oggi, e non domani, di liquidità a zero burocrazia, a Roma come a Bruxelles, nella maniera più semplice e accessibile", afferma Sangalli.

Confindustria si divide

Se Confindustria, da un lato, ha espresso ai proprio direttori una valutazione abbastanza positiva del provvedimento nonostante l'attesa per l'inserimento del testo in Gazzetta Ufficiale, il presidente di Unindustria (la rete di imprenditori di Confindustria per le province del Lazio) Filippo Tortoriello, definisce invece "estremamente farraginoso" il sistema di accesso al credito intuibile dalle anticipazioni del decreto. "Parliamo di 30 miliardi con una leva di 400 miliardi che rappresentano non un debito da parte dello Stato, ma un debito che le aziende si dovrebbero assumere per poi restituirlo - dichiara Tortoriello - quindi, poiché parliamo di liquidità, l'accesso dovrebbe essere estremamente semplice mentre, da quel poco che capiamo, non è così".

Tempi e burocrazia, un binomio purtroppo inscindibile: ne sono un esempio le partite Iva che, districandosi nel sito dell'Inps, stanno ancora aspettando i loro 600 euro.

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