
"Il Senato accademico ha votato un documento che stabilisce di interrompere i rapporti con le Università di Israele e tutti gli istituti culturali di Israele, come hanno fatto molti altri atenei come sa...", commenta Lucetta Scaraffia che ha deciso di dimettersi dalla commissione etica della Ca' Foscari. "Proprio come le altre università italiane ormai, la Ca' Foscari, i docenti e il Rettore sono ostaggio degli studenti".
È per solidarietà alle popolazioni innocenti di Gaza...
"Io già non condividevo quella decisione, ma la parte che secondo me peggiore è che vogliono comunque permettere i rapporti con i singoli docenti a patto che si dichiarino diciamo contrari al governo di Bibi Netanyahu".
Volendo essere un po' cattivi è come una tessera del partito anti Israele...
"È una sorta di punizione ideologica ma cosa c'entra la politica con i rapporti scientifici e con la ricerca? I legami con gli insegnanti e con i ricercatori israeliani, lo scambio di notizie relative agli studi non hanno niente a che fare con la guerra e niente a che fare col governo di Netanyahu, significa colpevolizzare delle persone. Io parlerei di una ossessione di purezza ideologica...".
Cioè parlare con i "buoni" si può, con gli altri no...
"Significa chiedere la purezza politica, non so come dire, delle persone con cui si fa ricerca. Questo non esiste".
Ma perché l'Università, che dovrebbe essere il luogo del confronto, dello scambio, della cultura del dibattito, mostra il suo volto peggiore e rinuncia a questa ambizione? Lo abbiamo visto con il Papa a Roma, con i pro life a Milano...
"Perché hanno paura dei ragazzi, delle loro pressioni. Sono tanti, sono pericolosi, possono distruggere l'Università e fare danni che poi non pagherà nessuno, e l'ateneo lo sa benissimo".
Cioè, una minoranza di facinorosi tiene i professori in ostaggio?
"Temono anche che gli studenti scelgano un'altra Università, il cui potere e la cui importanza dipende molto anche dalla quantità di iscritti".
E gli insegnanti? Qualcuno le ha mostrato un po' di solidarietà?
"Anche i docenti sono stati contagiati da questa febbre che sta girando l'Italia, che costringe tutti ad avere le stesse idee sulla questione di Gaza, che non ci possano essere discussioni, pareri diversi, neanche persone che dicano non mi va molto quello che sta succedendo a Gaza ma la guerra si doveva fare".
Secondo lei altri docenti si dimetteranno o prevarrà chi pensa "ci siamo tolti di mezzo la Scaraffia"?
"Una collega della commissione etica mi ha detto mi dispiace, ma non ha rifiutato le dimissioni. Penso la seconda ipotesi".
E il Rettore?
"Beh, gli studenti partecipano all'elezione del Rettore. E lui non può inimicarseli troppo...".
Su Gaza ci sono troppe fake news e molta cattiva informazione...
"In questa vicenda di Gaza manca soprattutto la storia di Israele, ciò che è avvenuto prima, tutto viene spiegato con gli avvenimenti degli ultimi due mesi, capisce. Hanno dalla loro parte gran parte, forse la maggior parte, dell'opinione pubblica e dei media. Adesso sembra che Israele sia il grande nemico dell'ipotesi due popoli, due Stati, quando finora chi ci ha provato, chi ha accettato i tentativi diplomatici internazionali tutte le volte è stato proprio Israele. In realtà sono i palestinesi a non volere i due Stati perché uno sarebbe Israele".
Ripensamenti?
"Da parte mia nessuno, da parte loro neanche credo. Ormai il documento è stato votato".
Anche la posizione del Pontefice e del cardinale Pierluigi Pizzaballa su Gaza e Flotilla è stata "oscurata" dal flusso mainstream. Cosa spera succeda a Gaza? Hamas accetterà il piano di Donald Trump?
"La posizione della Chiesa è caduta nel cono d'ombra, anche Pizzaballa che non è certo un amico di Tel Aviv ha espresso il suo parere sulla Flotilla ma i giornali importanti non lo riprendono.
Un ministro israeliano ha detto che non c'erano aiuti sulle barche, gli altri dicono che c'erano e che stanno mentendo, perché sanno che nessuno può andare a controllare. Io spero veramente che questo piano di pace si faccia, che Hamas restituisca gli ostaggi ma questo significherebbe una vittoria di Israele che per molti è inaccettabile".