Domanda choc: e se si andasse alle urne nel 2015? Oddio. E i mille giorni di Renzi? E gli euroalleati che ci chiedono stabilità? E le riforme annunciate e lasciate a metà che tornerebbero al «via»? Tutto vero. Ma è lo stesso premier a tenere in saccoccia l'arma non convenzionale delle urne anticipate come kit d'emergenza. E dal suo punto di vista non ha mica tutti i torti: il Pd è nei sondaggi stabile oltre quota 40 mentre il consenso personale del presidente del consiglio smotta come certe colline piene di ecomostri. Renzi farebbe bene ad affrettarsi se vuole «renzizzare» definitivamente il Pd e il Parlamento tutto prima che i rapporti di forza si modifichino. Non è passato inosservato il fatto che l'ex sindaco di Firenze si sia affrettato a dotare di telepass la riforma della legge elettorale facendo accostare a destra i temi economici come il Jobs Act , ai quali pure i dati economici con la spia rossa accesa consiglierebbero di dare priorità. E anche Mariarosaria Rossi, amministratrice unica di Forza Italia sente un profumino di urne nell'aria: «Io penso - dice a Repubblica - che Renzi voglia tornare al voto subito. Vedo cose, movimenti. Lo capisco dai segnali intorno a lui. Per me è chiaro che finirà così».
Un'ipotesi che scuote anche il centrodestra, vasto ma parcellizzato territorio dove il dibattito sul ritorno al partito unico subirebbe un'accelerazione. Anche qui nel frattempo accade qualcosa: Forza Italia viene data dai sondaggi in lenta ma costante crescita rispetto al deludente bottino delle europee di maggio, quel 16,8 per cento che ora non appare più come la fine di quello che per quasi vent'anni è stato il primo partito italiano ma come la conseguenza di una crisi da trasformazione genetica. Un sondaggio Demos pubblicato ieri da Repubblica vede gli azzurri al 18,6 per cento, 1,8 in più rispetto a maggio e ben il 3,6 rispetto ai sondaggi di giugno.
Lo stesso sondaggio peraltro ridimensiona molto le ambizione dei «cespugli» moderati, usciti dall'estate piuttosto ingialliti. L'Ncd, malgrado la presenza nella stanza dei bottoni e la fusione a freddo con quel che resta dell'Udc, è dato al 2,9 per cento, molto sotto al 4,4 delle europee e a picco rispetto al 6,7 di un sondaggio di giugno. Fratelli d'Italia sta al 2,1, rimpicciolito sia rispetto alle europee (3,7) sia rispetto al fermo immagine di giugno (2,7). Solo la Lega allarga il consenso, dal 6,2 di giugno al 6,9 odierno.
Non serve essere laureati in matematica per tirare le somme. «Se non ci mettiamo insieme i nostri elettori non conteranno nulla. Questa deve essere la prima cosa che dobbiamo avere in testa», ha detto alla Summer School di Frascati Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, avrebbe anche in mente lo strumento, ovvero, «le primarie. Dare vita ad una grande stagione di partecipazione per far scegliere agli italiani idee, valori e il modello di centrodestra che ritengono più credibile è l'unica strada da seguire per costruire un'alternativa alla sinistra». Moderatamente ottimista il coordinatore di Ncd Gaetano Quagliariello: «Le premesse ci sono, si sono fatti dei passi avanti e nessuno ha pregiudiziali nei confronti degli altri». Meglio sarebbe iniziare dalle prossime regionali, visto che «a livello nazionale serve più coerenza e ci si dovrebbe intendere su più cose, a partire dalla politica estera». Di certo «i sondaggi non sono male, anche se hanno un valore relativo».
E poi c'è il caso di Francesco Storace, che vede ancora in Berlusconi il leader attorno al quale ricompattare una vasta area politica: «Il centrodestra deve ritrovare una piattaforma comune, regole comuni e magari un soggetto unitario. Le regionali potrebbero fornire l'occasione giusta, aggiungo io. Sarebbe cosa diversa dal Pdl, che fu un contenitore che si mise insieme per quote.
Se ci fosse un contenitore per mettere insieme idee e contenuti e poi per le regole, credo sarebbe una cosa interessante». Prima di tutto però l'ex governatore del Lazio vorrebbe capire «se i dirigenti azzurri ci considerano in partito o una loro corrente. No, perché a noi non hanno detto niente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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