Roma Candidata a sua insaputa, o forse no.
Candidata bonzai, piuttosto; nel senso che s'è auto-bruciata per troppa impazienza (o lingua troppo lunga). Anna Ascani, brillante trentenne deputata umbra, sarebbe (o sarebbe stata) la donna prescelta da Renzi come anti-Zingaretti. S'era parlato della Bonafè, ci sperava la Morani, languiva la Bellanova. Ma l'ex leader alla fine avrebbe invece optato per questa giovane «scheggia» sui social nonché saettante vespina nei talk tv. Lo scriveva ieri Il Foglio con il piglio degli annunci definitivi, dunque senza condizionali. Evidentemente Salvatore Merlo, l'articolista, pensava di aver avuto imbeccata degna di fede. Se non che, a metà mattinata, la doccia fredda. Renzi legge e cade dal pero. Notizia non autorizzata. Peggio, scrive: «notizia priva di fondamento». Qualche ora di cellulari roventi tra Firenze e Roma (ieri c'era seduta alla Camera), ed ecco arrivare anche il corrispondente cinguettio della Ascani. «Non pensavo che la deriva delle fake news avesse contagiato anche Il Foglio. La notizia che dà sul fatto che Renzi avrebbe chiesto la mia candidatura è completamente inventata. Stop. E adesso torniamo a occuparci delle cose serie». Facile a dirsi. Ma il cronista del Foglio s'è abituato a prenderla alla lettera e, serietà per serietà, svela la fonte che gli avrebbe suggerito cotanta sicurezza. «Come ben sai - scrive Merlo alla Ascani - sei proprio tu che hai raccontato al Foglio della tua candidatura. Può darsi sia già finita, ma la tua carriera di aspirante segretario è cominciata veramente male...». Addio segretaria, addio (forse) amicizia.
Il parapiglia mediatico, irrilevante se non per la medesima Ascani, è un altro esempio di quel rischio che paventava qualche giorno fa un'altra ancella renziana, Marianna Madia: «Attenti a non cadere nel ridicolo». Così ieri è giunto anche il rinvio di un giorno della manifestazione indetta dal Pd contro «il governo dell'odio» il prossimo 29 settembre. Nella fretta dell'annuncio, nessuno s'era accorto della concomitante sfida dell'Olimpico tra Roma e Lazio, altresì definito «derby», con ennesima figuraccia per il bergamasco Martina e la sua «spallatina» al governo giallo-verde. Del quale si occupa con l'abituale verve cabarettistica lo stesso Renzi che spiega come, pur non candidandosi alla guida del Pd, lui non fugga, «combatto e lotto».
Come? Con l'ultima boutade: «La comunicazione l'hanno data a Casalino, il Grande Fratello; la caccia ai concorsi truccati alle Iene. E il premier Conte?... A Chi l'ha visto». Bravo Matteo, sei tutto un programma. La tv aspett'a te.RooS
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.