"La prima condizione per governare è smetterla con l’antipolitica". La posizione di Andrea Orlando è chiara. Il vicesegretario del Pd ha lanciato un avvertimento agli alleati del Movimento 5 Stelle: "Se loro continuano ad avere queste fiammate di antipolitica alla fine distruggono loro stessi". Il che potrebbe rappresentare un problema anche per il governo: "Rifletterebbe una luce negativa sulla sua azione". Nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha fatto degli esempi concreti: "Se la politica viene associata in automatico alla corruzione, se il Parlamento viene associato allo spreco, alla fine tutto questo racconto peggiora la percezione della realtà degli italiani - che già non è positiva - e quindi finisce per generare quelle paure che vengono cavalcate da Salvini". Non solo: in tal modo si rischia di depotenziare "i risultati che si riescono a mettere in campo con questo governo".
L'ex ministro del Partito democratico ha rivendicato la discontinuità rispetto al Conte I, soprattutto per quanto riguarda il posizionamento in Europa: "Gentiloni non ha esattamente lo stesso profilo e approccio alle istituzioni europee di Centinaio". A suo giudizio l'Italia ha riguadagnato "un ruolo e una funzione nel contesto europeo che il governo precedente aveva perduto". E ritiene differente anche la manovra rispetto quella targata M5S-Lega: "La legge di bilancio è una legge che è l’opposto della logica della flat tax. È una legge che prova, seppur in condizioni molto difficili, a redistribuire".
Elezioni e congresso
Mancano solamente 11 giorni al voto in Emilia-Romagna. Orlando si è detto ottimista, grazie anche all'entrata in scena da parte delle sardine: "Il partito sta facendo un lavoro enorme: c’è una mobilitazione eccezionale e credo che le sardine abbiano migliorato il clima". La partita resta comunque apertissima, come testimoniano gli ultimi sondaggi: "Dovremo fare più fatica che in passato, però ci sono tutte le condizioni per vincere".
Si parla di un possibile congresso, ma al momento l'obiettivo principale del Pd è quello di "fare il punto sulla situazione che è completamente diversa rispetto a quella del passato congresso".
L'intento è "costruire un campo anti-sovranista più largo, che forse sarebbe riduttivo continuare a chiamare centrosinistra, e questa costruzione richiede anche una nuova elaborazione". A questo si sono aggiunte anche "delle spinte della società civile", che rendono necessario "un passaggio che abbia anche caratteri rifondativi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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