Un cortocircuito a sinistra. Sigfrido Ranucci, bandiera del giornalismo progressista, contro il Garante Pasquale Stanzione, giurista raffinato, nominato su indicazione del Pd. Non importa. "Qualcuno - attacca Ranucci - sta armando il Garante per punire Report". Stanzione replica a muso duro: "Il Garante adotterà ogni iniziativa utile a tutelare la propria dignità".
Siamo a un passo dalla carta bollata. E il Garante, scelto dal Pd per sbarrare la strada a Ignazio La Russa, va in rotta di collisione con l'icona sotto attacco. Vittima di un attentato che ha innescato l'intemerata di Elly Schlein contro la destra che favorisce la deriva della democrazia.
Ora gli schieramenti saltano. "Come in questo caso, in tutta l'attività del Garante - afferma Stanzione - non è possibile rinvenire mai alcuna decisione imputabile a ragioni diverse dalla scrupolosa osservanza delle norme, con scelte spesso non facili e non sempre gradite".
Le parole di Ranucci peraltro sono un pugno in faccia: "Qualcuno sta armando il Garante per punire Report e dare un segnale esemplare ad altre trasmissioni".
Insomma, in pochi giorni accade di tutto: l'ordigno che incendia gli animi, poi la decisione del Garante di dare una multa di 150 mila euro alla Rai per la diffusione di una telefonata privata, quello in cui Gennaro Sangiuliano confessava alla moglie Federica Corsini il tradimento con Maria Rosaria Boccia. Un'intrusione, quella di Report, giudicata inammissibile.
Ma Ranucci va avanti per la sua strada e adombra un mandante politico, dalle parti di Palazzo Chigi. Il Pd, Ruotolo in testa, lo soccorre. Coincidenze sospette, messe in pagina dal Fatto Quotidiano: per il giornale diretto da Marco Travaglio c'è stato un pressing targato FdI sull'authority per arrivare alla sanzione.
Stanzione, portato su quella poltrona dal Pd, si ribella: "Nel respingere le dichiarazioni in questione, come totalmente destituite di fondamento e pesantemente lesive della propria immagine, il Garante - nella totalità dei componenti il suo Collegio - adotterà ogni iniziativa utile alla tutela della propria dignità". Insomma, sciabolate da una parte e dall'altra. Il tutto in una giostra senza fine. Per l'Ordine dei giornalisti del Lazio la punizione inflitta a Ranucci non convince. Anzi, "meriterebbe approfondimenti, soprattutto alla luce di un'altra deliberazione presa praticamente in contemporanea su un altro procedimento riguardante lo stesso Sangiuliano: quello di dichiarare infondato il suo diritto nei confronti di alcune testate giornalistiche per il contenuto di articoli che avrebbero violato la sua sfera personale e privata".
Insomma, due pesi e due misure.
Dall'altra parte, Enrico Costa, deputato di FI, smonta i sospetti su una condanna pilotata: "Il Garante è autorità amministrativa indipendente ed è matematicamente impossibile che agisca in nome dell'esecutivo, visto che due componenti su quattro del collegio, fra cui il Presidente, sono stati votati dall'opposizione, uno dal Pd e uno dai 5 Stelle". Appunto, Pasquale Stanzione. E Guido Scorza. La battaglia va avanti. E intanto Chiara Colosimo annuncia che la Commissione antimafia, da lei presieduta, ascolterà al più presto Ranucci.