Le macerie di ottobre: l'incubo di dem e 5 Stelle

Letta evidenzia i punti critici che mettono in discussione l’alleanza tra Pd e M5s in vista delle elezioni amministrative

Le macerie di ottobre: l'incubo di dem e 5 Stelle

Un’alleanza organica tra Pd e Movimento 5 Stelle sembrava cosa fatta, nonostante alcuni mal di pancia nell’area più ortodossa del Movimento. Del resto dem e grillini non solo hanno condiviso un percorso comune durante il governo Conte II ma ora si sono ritrovati a sostenere anche l’esecutivo guidato da Mario Draghi.

La volontà di unire le strade tra due realtà politiche che fino a due anni fa non si amavano troppo, giusto per usare un eufemismo, è dettata anche da motivazioni strategiche. Andare da soli alle elezioni significherebbe sconfitta certa. C’è poco tempo per discutere di tattiche. Perché il prossimo importante appuntamento elettorale si terrà in autunno, quando molti italiani saranno chiamati alle urne per le elezioni amministrative. Eppure quell’unione tra dem e 5s che molti davano per scontata sembra, in realtà, essere appesa ad un filo. Almeno secondo le parole del segretario del Pd Enrico Letta. "Nei Comuni è difficile fare le cose insieme perché cinque anni fa Raggi e Appendino hanno rappresentato una rottura forte e" a Torino e Roma "il Pd ha avuto un ruolo di opposizione", ha affermato l’esponente dem.

È vero che nelle due città i pentastellati governano mentre il Pd è all’opposizione ma non va dimenticato che in politica tutto può cambiare nel giro di poche ore. Gli avversari di ieri possono diventare gli alleati di domani. Basta trovare la giusta formula per cancellare il passato, fatto da attacchi e critiche, così da presentarsi agli elettori con un’altra veste. Forse non del tutto candida ma pur sempre diversa.

Una maggiore chiarezza potrebbe arrivare da Giuseppe Conte che da leader in pectore del M5s dovrebbe indicare nei prossimi giorni la strada che i pentastellati dovranno seguire. Tra l'altro in una dichiarazione al Festival del Lavoro 2021 l'ex premier ha ammesso che, pur giudicando il Pd un "interlocutore affidabile con cui poter ragionare", ha spiegato che almeno per il momento "i tempi non sono ancori maturi per poter varare un'alleanza a tutto tondo". Poi una parziale retromarcia. Conte, infatti, ha affermato che "sarebbe un peccato" se, rispetto alle consultazioni locali, "non si riuscisse a concordare alcuni passaggi insieme". Alla "intelligenza di M5s e Pd" sarà dunque rimessa la possibilità di coordinare l'azione "per offrire a tutti i Comuni e le città importanti, piccole e grandi, delle buone amministrazione perché lo chiedono i cittadini".

In questa fase di "transizione" a rischiare di più potrebbe essere il M5s. "Non mi strappo le vesti se non riusciamo immediatamente a risolvere tutti i problemi", ha spiegato Letta. Discorso diverso per i pentastellati che dovranno risolvere diversi problemi all’interno del Movimento, bisogna valutare le conseguenze dello strappo di Davide Casaleggio, e forse lavorare per evitare nuove tensioni che potrebbero coinvolgere gli esponenti meno inclini ad accordi con i dem.

Attenzione, però. Perché anche se non ci sarà un accordo per le Amministrative non tutto è perduto. Pd e 5s, infatti, confidano nel "doppio turno". Grazie al sistema elettorale comunale chi alla fine del primo turno starà avanti avrà anche i voti dell'alleato che è rimasto indietro. Per il momento pare che dem e pentastellati debbano accontentarsi di questo. Troppo poco per pensare a future alleanze politiche. Questo scenario non proprio esaltante sarebbe legato, come spiega Marco Antonellis su Italia Oggi, alla paura che i leader del Pd e del M5s hanno di misurarsi con le urne. "Se non si è trovato finora l'accordo è perché tutti e due temono che un risultato negativo a ottobre possa mettere a repentaglio la loro leadership", hanno spiegato in modo chiaro dai due fronti.

In altre parole il timore che affligge dem e pentastellati è quello di ritrovarsi in mezzo alle macerie ad ottobre. Se i risultati elettorali saranno al di sotto delle attese allora altre cose potrebbero cambiare. Ma ad oggi non si sa come.

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