Il Pd legalitario candida un condannato decaduto

Il Pd legalitario candida un condannato decaduto

RomaPrima notizia: gli appelli di Roberto Saviano i campani non li ascoltano. Alle primarie del Pd sono andati a votare in 160mila, ha vinto largamente Vincenzo De Luca e le scene paventate dall'autore di Gomorra (file di extracomunitari ai seggi, torme di noti camorristi o esponenti Pdl intenti ad inquinare il voto) a quanto risulta non ci sono state, nei seggi super-presidiati. Tale era la preoccupazione di evitar guai, che neppure un solo extracomunitario si è presentato al voto (avrebbero dovuto pre-iscriversi online per poterlo fare). E in provincia di Caserta, dove Saviano prevedeva il soccorso azzurro dell'ex Pdl Cosentino per Cozzolino, alla fine ha vinto De Luca. Lo stesso Cozzolino ha zittito i suoi, che si eran buttati a chiedere riconteggi: troppo forte il divario di 10mila voti per aprire polemiche.

Seconda notizia: ora Renzi e il Pd si trovano una bella gatta da pelare, visto che De Luca è un candidato forte ma - allo stato - ineleggibile per legge. La legge Severino, guarda caso la stessa che ha permesso (al Pd medesimo) di far decadere Silvio Berlusconi dal Senato, grazie alla sua discussa retroattività. De Luca, del resto, non esita a ributtare la palla al suo partito: «Una delle motivazioni alla base della mia tenacia ha a che fare con la difesa della libertà e della civiltà giuridica: vi pare possibile che la legge permette di candidarmi ma se vinco dice che dovrei essere sospeso? È un'anomalia, una questione imbarazzante per il Parlamento e che spetta al Parlamento risolvere». Nel frattempo, preannuncia un ricorso al Tar per annullare gli effetti della Severino, secondo i numerosi precedenti di altri amministratori.

La vittoria di De Luca non è spiaciuta a Palazzo Chigi. Certo, i renziani hanno tentato in vari modi di evitare le primarie, tentando di trovare un candidato «unitario» per disinnescarle: ci ha sperato Pina Picierno, ma Renzi non l'ha benedetta; hanno provato a convincere il Guardasigilli Andrea Orlando, ma non ne ha voluto sapere; hanno provato a buttare in pista Gennaro Migliore ma è stato inutile: né De Luca né il suo antagonista Andrea Cozzolino mollavano. E Renzi non ha mai voluto intervenire direttamente, né cassare quello che per lui resta uno strumento prezioso, mentre D'Alema e Bersani chiedevano pubblicamente di sospendere le primarie e prevedevano apocalissi alla Saviano.

Ieri a Palazzo Chigi si respirava comunque soddisfazione per la vittoria - inaspettata - di De Luca contro il candidato della sinistra Pd (il bassoliniano Cozzolino era appoggiato da Giovani turchi e bersaniani): l'ex sindaco di Salerno non è certo un renziano doc, ma ha appoggiato il Rottamatore e sulla vecchia guardia Pd la pensa peggio di lui. Ma resta l'incognita: come uscire dal pasticcio giuridico-politico della Severino, la legge boomerang.

È la percentuale di consensi andata a De Luca, pari a circa 78mila voti . Cozzolino si è fermato al 44%

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