Il Pd in piazza contro il Pd

Primo effetto del voto di fiducia sul lavoro: gli anti Renzi in corteo assieme a Cgil e Fiom

Il Pd in piazza contro il Pd

Ne abbiamo viste tante ma questo Paese riserva sorprese ormai ogni giorno. Prendiamo ieri. Succede che la minoranza del Pd, dopo aver abbassato le arie e votato compatta la fiducia a Renzi sul decreto lavoro, ha annunciato che a fine mese sarà in piazza con la Cgil per protestare contro il medesimo decreto. Se ho capito bene i suddetti senatori hanno salvato il proprio scranno, e il lauto stipendio che ne consegue, evitando la caduta del governo ma poi si uniscono al coro di chi li ritiene venduti, cretini, imbroglioni e tiranni. Insomma: in aula renziani, in piazza antirenziani. È una inedita riedizione della politica dei due forni, o se preferite del partito di lotta e di governo. In ogni caso è una ricetta perfetta su «come prendere per i fondelli i miei elettori e farla franca».

Ma sempre ieri la sinistra ci ha riservato un'altra chicca. Sabina Guzzanti, comica fallita ma faro dell'antiberlusconismo militante, ha di fatto fondato il partito «Forza Riina», inteso come capo della mafia oggi al gabbio dopo aver passato anni a fare saltare in aria magistrati come Falcone e Borsellino, ordinato di sciogliere bambini nell'acido e altre amenità del genere. La signora, spalleggiata dal Fatto Quotidiano e dall'ex pm e politico altrettanto fallito Antonio Ingroia, ha infatti solidarizzato con il capomafia (e il suo successore Provenzano) che non sono stati ammessi all'interrogatorio del presidente Napolitano chiesto e ottenuto (per pura vendetta personale) dalla procura di Palermo sulla presunta trattativa Stato-mafia. È noto che a noi Napolitano non stia simpatico e che lo consideriamo artefice del complotto che ha portato alla caduta di Berlusconi. Ma tra il peggiore presidente della Repubblica (Napolitano) e il miglior presidente della mafia (Riina) non abbiamo dubbi: ci turiamo il naso e stiamo col primo, senza se e senza ma.

Anche il magico mondo renziano riserva colpi di scena. Ieri, sul Corriere della Sera, è uscita una pagina a pagamento con l'appello di oltre cento frequentatori di salotti chic, a sostegno del premier. Nulla di strano se il Corriere non fosse il giornale che per penna del suo direttore De Bortoli, ha definito Renzi un pazzo millantatore in odore di massoneria.

Invece che invitare gli italiani a sospendere l'acquisto dell'autorevole foglio fino a scuse e ravvedimento, questi intellettuali che fanno? Lo finanziano, così De Bortoli avrà più inchiostro per insultarli ancora un po'. E se lo facesse rideremmo di gusto, perché la mamma degli imbecilli è sempre incinta.

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