Il Pd tenta di salvarsi con lo ius soli (e così spacca il Paese)

Il governo disponibile a porre la fiducia sulla misura che serve per ricucire con i bersaniani

Il Pd tenta di  salvarsi con lo ius soli (e così spacca il Paese)

Per la sinistra ormai è fatta. Quegli italiani che avrebbero preferito una diversa priorità nelle leggi da approvare entro la fine della legislatura, se ne facciano una ragione: prima di Natale, appena passerà la finanziaria, lo ius soli sarà posto all'ordine del giorno in Senato.

E da lì in poi la strada sarà tutta in discesa, dal momento che la scelta di porre la fiducia, per riuscire a superare le migliaia di emendamenti presentati per lo più dalla Lega, appare obbligata per raggiungere l'obiettivo di portare a casa lo ius soli prima che vengano sciolte le Camere. Una legge di civiltà, dicono, non una volgare strategia elettorale. Ma soprattutto la legge sulla cittadinanza agli stranieri appare al momento l'unico terreno su cui ricominciare a costruire l'unità di una sinistra sempre più lacerata. Per il segretario del Pd Matteo Renzi riuscire a farla approvare rappresenterebbe un segnale di buona volontà nei confronti di Luigi Bersani - che in passato si è detto pronto a tutto per lo ius soli - in vista di un futuro accordo con Mdp, anche se un'intesa non pare al momento all'orizzonte. D'altra parte, le distanze tra Renzi e Bersani, ma anche con Massimo D'Alema, sono sì politiche ma soprattutto umane e personali. È possibile, dunque, che l'ex premier insista sullo ius soli più per strizzare l'occhio all'elettorato a sinistra del Pd in vista delle elezioni di primavera.

Le norme sulla cittadinanza sono comunque una priorità per i dem. Anche se Piero Fassino esclude che dietro tanta determinazione si nasconda chissà quale calcolo politico: «Da parte del Pd c'è un'assoluta determinazione per cercare di fare approvare lo ius soli e la legge sul fine vita entro la legislatura. Voglio chiarire che si tratta di questioni di valore etico e di principio, che intendiamo far approvare indipendentemente dalle trattative che sto conducendo. È chiaro naturalmente che l'approvazione di quelle due leggi renderebbe anche evidente che esiste già un centrosinistra coeso e questo non potrebbe che essere utile». Anche il ministro delle Politiche Agricole e vicesegretario del Pd, Maurizio Martina, respinge l'ipotesi che lo ius soli sia moneta di scambio elettorale. Su questa legge, dice, la sinistra è pronta a «giocarsi tutto» ma solo perché «è una battaglia di buon senso». «Per questo - osserva - penso che dovremmo andare fino in fondo, poi qualcuno traduce questa battaglia di civiltà in propaganda spicciola, sento delle cose che mi fanno rabbrividire, ad esempio lo fanno per una questione elettorale, ma è il contrario. Secondo me questa è una battaglia che va portata fino in fondo per l'Italia, non è un tema che voglio mercificare in chiave elettorale».

Un appello all'unità del centrosinistra arriva da Walter Veltroni. L'ex sindaco di Roma è preoccupato dall'esito delle prossime elezioni.

«È possibile non ritrovarsi tra persone che hanno valori e idee comuni? Questa è la domanda che si pongono milioni di elettori di centrosinistra», dice Veltroni, ritenendo l'approvazione di «questa legge di civiltà un primo passo importante». Un ostacolo potrebbe essere rappresentato da Alternativa popolare. Maurizio Lupi ha ribadito che non voterà lo ius soli: «Legittimo che il Pd ci provi, legittimo da parte nostra dirgli che ci proverà senza Ap».

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