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"Il Pd è in un vicolo cieco. Ma resteranno con Conte"

Il leader di Azione: "Non mi fido di Di Maio, rimane un populista. Il campo largo di Letta? Un guazzabuglio"

"Il Pd è in un vicolo cieco. Ma resteranno con Conte"

In questi giorni di torrida crisi estiva Carlo Calenda, iperattivo leader di Azione, è il più scatenato nel fustigare l'irresponsabilità dei Cinque Stelle e non sembra avere dubbi nel trovare il colpevole.

Calenda, è tutta colpa di Conte se siamo arrivati a questo punto?

«La responsabilità è principalmente sua e del M5s che si sono dimostrati totalmente inaffidabili, ma anche la Lega ci ha messo del suo».

Si spieghi meglio.

«Draghi da un lato ha capito che il M5s è irresponsabile ma dall'altro ha visto che non c'era un solido ancoraggio negli altri partiti di governo perché Salvini da tempo era altrettanto in tumulto».

Da giorni Berlusconi e il leader della Lega sono uniti nell'invocare un Draghi bis senza il M5S. C'è spazio per questa strada?

«Per me no. Draghi non si fida e sa perfettamente che se dovesse andare avanti con un bis senza il M5s cosa che io auspico ovviamente la Lega avrebbe buon gioco a far ballare il governo continuamente».

Cosa pensa di Di Maio? Lo considera più credibile e affidabile?

«Come abbiamo visto anche con Conte, i populisti rimangono populisti. Se per opportunismo in un dato momento possono sembrare più responsabili, non c'è da fidarsi. Siamo davanti a una crisi di classe dirigente politica come forse non c'è stata dal 1992 e credo che la strada non sia né Di Maio né Mastella».

Quale, allora?

«Rifondare un'area liberale di cui il paese ha bisogno con una classe dirigente nuova che vada indipendente dai due poli che non sarebbero in grado di governare il paese».

Ci faccia la sua profezia?

«Si andrà alle elezioni con tre poli, uno di destra da Forza Italia a Meloni, uno di sinistra da Renzi a Conte (le dico con quasi certezza che Pd e Conte si alleeranno di nuovo) e poi un'area liberale da rifondare che va da Azione, + Europa e una serie di liste civiche».

Se Letta dovesse proporle un'alleanza con Di Maio?

«Il problema non sono i 5S e Di Maio che elettoralmente non esiste, bensì quello che si porta dietro il Pd: dai Verdi a LeU, quest'ultimo - nessuno l'ha notato - ha votato contro la fiducia al governo. È un guazzabuglio di partiti che non sono d'accordo su nulla. Così come nella destra il rapporto tra Salvini e Berlusconi da un lato e Meloni dall'altro è un rapporto conflittuale».

Come se ne esce?

«Spezzando questo bipopulismo con un'area politica del buon governo e della responsabilità che prenda sufficienti voti per dire a Forza Italia, alla parte seria della Lega e al Pd di andare avanti con Draghi dopo le elezioni».

Che fine ha fatto il campo largo osannato da Letta?

«L'ho sempre considerata una strada senza uscita e ho sempre detto che coi 5S non si poteva governare e le posizioni del Pd lo hanno reso sempre meno una forza di governo soprattutto quando si è alleato con quelli del No a tutto».

Ma perché secondo lei Letta fa fatica a staccarsi?

«C'è nella base del Pd ancora stima per l'ex premier dovuta all'alleanza saldata durante il Conte 2».

Anche sulla politica estera il campo di Conte è stato un po' troppo largo verso la Russia

«Penso che i grillini abbiano fatto una cosa che metterà a rischio l'Italia e pagheranno un conto ma qui il problema è un altro».

Quale?

«Non si può essere ostaggio di sovranisti e populisti. Non siamo riusciti a fare una legge proporzionale ora l'unica soluzione è chiedere il voto agli italiani per evitare che vadano al governo delle coalizioni di destra o di sinistra che non possono governare e si vada avanti con una larga coalizione chiedendo a Draghi di restare su altre basi più riformiste e più liberali».

E secondo lei Draghi potrebbe accettare?

«Questo è tutto da vedere ma bisogna provarci perché se così non fosse noi ci troveremmo in una condizione di ingovernabilità e di emergenza economico-finanziaria che il paese prostrato da due anni di Covid non è assolutamente in grado di gestire. Le dico solo tre cose».

Dica.

«PNRR, tetto al gas, scudo anti spread della Bce.

E noi facciamo saltare Draghi in un momento del genere? E pensiamo che governerà la Meloni oppure Letta con appresso Di Maio Bonelli dei Verdi e chi più ne ha più ne metta? Io credo che non abbiamo idea di come sia la situazione».

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