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Il Pd vuole imbarcare un violento No Tav. L'ira di Chiamparino

Ultimatum del governatore a Zingaretti. E Salvini frena sul referendum in Piemonte

Il Pd vuole imbarcare un violento No Tav. L'ira di Chiamparino

Roma - Salvini stoppa il referendum sulla Tav e si accapiglia con il presidente della regione Piemonte Sergio Chiamparino, che accusa: «Evidentemente l'opinione dei cittadini fa paura».

È stato lo stesso governatore Pd, ieri, a dare notizia della risposta negativa arrivata dal capo del Viminale alla consultazione che avrebbe potuto sbloccare l'impasse in cui il governo si è avvitato sulla Torino-Lione, nonostante la conferma, annunciata ieri, che la Ue è disposta a finanziare il 50% dell'opera: «Ho ricevuto la risposta del ministro Salvini, con la quale non si autorizza lo svolgimento della consultazione popolare sulla Tav prevista dallo statuto regionale, in contemporanea con le elezioni Europee», spiega Chiamparino, concludendo che «evidentemente non si vuole che i cittadini si pronuncino su un tema così importante». Di mezzo ci sono anche le elezioni regionali, e il sospetto è che Salvini abbia voluto evitare di concedere a Chiamparino, promotore del referendum e in prima fila nella battaglia Sì Tav, la bandiera del referendum in piena campagna elettorale.

Il governo continua a fare melina, incapace di prendere una decisione: ieri il premier Conte è tornato ad arrampicarsi sugli specchi, spiegando che secondo lui l'opera è «soggetta ad una revisione integrale», e che ora dovranno essere Toninelli e il suo omologo francese a «valutare insieme». Peccato che la valutazione francese sia più che nota, e che - come ha sottolineato Macron - è solo l'Italia a far «perdere tempo» per le sue beghe interne.

Nel frattempo, dall'Unione europea arriva la conferma di ciò che proprio Chiamparino aveva anticipato mesi fa, ossia la disponibilità ad aumentare i finanziamenti comunitari per la Tav dal 40 al 50%. Ma il governo tiene tutto bloccato, e Salvini prova a scaricare la colpa del mancato referendum sul governatore Pd: «Se vuole il referendum se lo convochi». Peccato, spiega Chiamparino, che il Viminale si sia opposto a tenere la consultazione insieme alle elezioni, onde ridurre i costi e aumentare la partecipazione: niet.

Nel frattempo il governatore Pd ha gatte da pelare anche in casa: nel suo partito c'è chi ha avuto la bella idea di proporre la candidatura nella lista civica-Dem di Bussoleno, in val di Susa, di un noto esponente No Tav di Askatasuna, covo dei boicottatori violenti dell'opera. Notizia che ha portato alla clamorosa rottura con l'assessore regionale pro Tav Antonio Ferrentino, che ha annunciato che, di fronte agli sbandamenti del Pd, non ha intenzione di ricandidarsi. La reazione di Chiamparino allo strappo è un duro ultimatum al proprio partito e al suo nuovo segretario: «Se il Pd, a livello amministrativo locale, tratta posizioni in lista con persone non solo dalle convinzioni No Tav, ma addirittura con ruolo di spicco in un noto centro sociale del movimento antagonista alla Torino-Lione, si lancia agli elettori un messaggio di confusione per me inaccettabile. Sarebbe la classica goccia che fa traboccare il vaso.

È bene che gli organi dirigenti chiariscano».

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