Il Pd vuole le unioni gay e i centristi divorziano: «Forzatura inaccettabile»

I democratici impongono la possibilità di adottare figli per le coppie omosessuali. Sacconi: «No all'utero in affitto»

RomaAvanti tutta sui matrimoni gay. Si fanno le unioni civili e si disfa il matrimonio forzato tra Pd ed Area popolare, alfaniani e centristi. Monica Cirinnà, Pd, ha depositato in Commissione Giustizia al Senato il nuovo testo che disciplina le convivenza tra coppie dello stesso sesso e che per gli alleati cattolici rappresenta una «inaccettabile forzatura». Scoglio principale l'ammissione della stepchild adoption ovvero la possibilità di adottare il figlio naturale del partner che, afferma Paola Binetti, Ap, «non può che incentivare la pratica dell'utero in affitto». Ma le proteste degli alleati non frenano il Pd che annuncia la volontà di andare in aula con il ddl entro il 15 ottobre. Se la Commissione Giustizia non completerà prima l'esame del testo si andrà in aula anche senza relatore, come aveva già preannunciato la stessa Cirinnà agli inizi di settembre e come ora conferma il sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto. I senatori Pd di area cattolica sottolineano come le correzioni fatte al testo siano venute incontro alle richieste degli alleati centristi. «Abbiamo chiarito la distinzione tra il matrimonio e l'istituto delle unioni civili con l'introduzione della formula formazioni sociali - spiega il senatore Giorgio Tonini- Abbiamo reso più restrittiva la formula della stepchild adoption ». Formula che ora esclude la possibilità di adottare il figlio adottivo del partner ammettendo soltanto l'adozione del figlio naturale.

Ma queste distinzioni non bastano. «Il nuovo testo riproduce l'impostazione del riconoscimento della genitorialità omosessuale e dell'omologazione tra unioni civili e matrimoni. E queste modifiche non sono state oggetto di alcun negoziato con Ncd - sottolinea in una nota Maurizio Sacconi presidente Commissione Lavoro del Senato, Ap-Ncd -. E resta il macigno divisivo della genitorialità e della legittimazione dell'utero in affitto». È un errore, aggiunge Sacconi, creare un ulteriore motivo di tensione con gli alleati proprio quando il Parlamento deve approvare riforme cruciali e Legge di Stabilità. Insomma l'ennesimo avvertimento per il governo di Matteo Renzi e per il Pd da parte degli alleati centristi: non tirate troppo la corda sulle unioni civili altrimenti noi non voteremo le altre riforme. E se sul passaggio dei matrimoni gay Renzi può contare sui voti anche di Sel e di altri rappresentanti dell'opposizione su altre questioni la defezione dell'area centrista potrebbe rivelarsi fatale per la maggioranza di governo.

Anche per Forza Italia il nuovo testo della Cirinnà è una vera e propria truffa.

«Non è altro che un matrimonio sotto falso nome con adozioni e incentivazione dell'utero in affitto - denuncia il senatore azzurro Lucio Malan - E non è stata introdotta alcuna norma per contrastare l'utero in affitto. Andare in aula con un testo che la Commissione non ha mai visto è un atto di arroganza del Pd».

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