Coronavirus

"Pechino conquista l'Africa con i sieri"

Il medico: "L'Occidente deve farsi carico della sicurezza del continente"

"Pechino conquista l'Africa con i sieri"

«In Africa la Cina applica la diplomazia vaccinale e con i suoi SinoPharm e SinoVac usa la pandemia per aumentare l'influenza nel continente. Con vaccini, approvati dall'Oms, che non hanno efficacia e sicurezza paragonabili a quelli occidentali, vedi Brasile o Cile». Giovanni Putoto, responsabile del «Cuamm Medici con l'Africa» per la campagna «Un vaccino per noi» in 8 Paesi africani, accusa l'Occidente, impegnato nell'«accaparramento» di dosi, di dimenticare che la battaglia contro il Covid o si vince insieme o non la vince nessuno. Dopo aver lavorato all'ospedale di Padova, ha lasciato il suo posto per andare in Africa. Per questo riceverà ad Arrone, in Umbria, il Premio al Valore del Coraggio, nuovo riconoscimento promosso dalla Fondazione Italia Sostenibile.

Come attua la Cina la sua strategia vaccinale in Africa?

«O tratta con i governi per vendere o donare lotti in cambio di pesanti contropartite o li fornisce al Covacs, progetto internazionale dell'Oms che dovrebbe distribuire 2 miliardi dosi nel 2021 nei Paesi a basso reddito, vaccinando il 20% delle popolazioni. Mancano 19 miliardi al programma, pochi rispetto ai trilioni già persi per la pandemia nel mondo, ma i vaccini occidentali sono in crisi di produzione e il Covacs acquisterà dalla Cina 100 milioni di dosi per l'Africa».

Perché questa produzione insufficiente?

«È legata alla barriera legale dei brevetti. Più di 100 Paesi chiedono una moratoria mondiale, ma ci sono resistenze. Nei Paesi africani dove il Cuamm lavora in 23 ospedali, oltre ai vaccini cinesi ci forniscono soprattutto Astrazeneca. Prodotto non nel Regno Unito, bensì in India e quando c'è stato lì il picco epidemico, in Africa non è arrivato più nulla. Intanto, il Canada comprava dosi 5-6 volte più del fabbisogno, gli Stati Uniti 5 volte, la Gran Bretagna 3-4 volte. Si stima un miliardo di dosi in eccesso, mentre l'Ue ne ha destinato la metà ai paesi sottosviluppati».

Quanto è diffuso il virus in Africa?

«I dati non riflettono la realtà: 7 milioni e 800mila casi e 200mila morti, un 3% della popolazione. Ma il numero dei test è inferiore rispetto a noi e mancano le anagrafi. Sono 92 milioni le dosi somministrate, meno del 2% della popolazione. La Germania con 80 milioni di cittadini ne ha fatte 90 milioni. Per questo si parla di apartheid vaccinale».

Perché l'Occidente dovrebbe farsi carico dell'Africa?

«Due ragioni. Una etica: è giusto che i Paesi ricchi si accaparrino più dei vaccini necessari e negli altri si muoia? Una socioeconomica: questa precarietà mondiale non danneggia tutti? La solidarietà è un atto di intelligenza pratica.

La loro sicurezza è la nostra sicurezza».

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