Prima di volare in Basilicata, per due giorni di campagna elettorale regionale, Silvio Berlusconi lancia segnali nell'intervista a Paolo Del Debbio, su Rete4. «Il governo? Il peggiore della Repubblica, una banda d'ignoranti. Tutte le sere dico una preghiera perchè se ne vada. Dovremmo essere preoccupati, come se volassimo su un aereo il cui pilota non ne ha mai guidato uno. Spero che non reggano, perchè l'Italia è isolata e si allontana dall'Europa».
A Dritto e rovescio il leader di Forza Italia spiega che l'esecutivo «non ha fatto nulla di positivo,ogni cosa è andata a toccare il nostro diritto di libertà, perchè non sanno cosa è il diritto di libertà degli altri. Pensiamo ai negozi che vogliono siano chiusi la domenica».
Con il vicepremier alleato Matteo Salvini si cercano di superare le tensioni per approvare le candidature del centrodestra unito alle amministrative, in 25 capoluoghi di provincia su 3.800 comuni. Ieri nella capitale c'è stata una riunione tra il vicepresidente azzurro Antonio Tajani, Niccolò Ghedini, Sestino Giacomoni, Gregorio Fontana, Marcello Fiori, per fare il punto della situazione. Ma il «caffè tra amici» di mercoledì, con il Cavaliere assente e nella residenza romana del ministro dell'Interno, sulla stessa piazza dove affaccia la sede storica dei vertici di coalizione dal '94, Palazzo Grazioli, ha dato l'immagine del nuovo corso che il Capitano vuol imprimere, ora che è la Lega il primo partito ed è attenta a non irritare il M5S. L'incontro informale con Tajani e la leader di FdI Giorgia Meloni, è stato cordiale ma non risolutivo. Soprattutto, non c'è stato il via libera all'aspirante governatore del Piemonte, l'eurodeputato azzurro Alberto Cirio. «Abbiamo quasi chiuso», diceva ieri Salvini, ma insiste ad aspettare il voto in Basilicata del 24 marzo. Forse, se la Lega andrà forte, proverà ad imporre il candidato sponsorizzato dal suo braccio destro Giancarlo Giorgetti, Paolo Damilano. Forse, cerca solo di non dare un vantaggio a Fi in piena campagna elettorale. Gli azzurri, però, vogliono far valere il patto scritto, ricordano che in gioco c'è la tenuta delle giunte e sono pronti a dar battaglia. «Sul Piemonte, una regione strategica non solo per il nodo Tav, non si può cedere alla Lega e dare carta bianca a Salvini su tutto». Per il resto, si è vicini all'accordo, ma serve il vertice dei tre leader, Berlusconi presente, per chiudere. In Lombardia Salvini sembra orientato a lasciare agli azzurri uno dei capoluoghi, che sarebbe Cremona e non Pavia, come si diceva fino a pochi giorni fa. In Toscana il Carroccio preferisce cedere agli azzurri la piazza di Livorno, tra le poche dove lo scontro non sarà con il centrosinistra ma con il M5S e potrebbe aggiungersi Prato. Anche FdI cerca visibilità e la Meloni pretende qualche candidato in capoluoghi significativi.
Molto, negli equilibri interni, peserà il risultato in Basilicata, dove la coalizione conta di vincere sul centrosinistra. Oggi Berlusconi arriverà in volo a Grottaglie e andrà in visita al tempio greco delle Tavole Palatine, poi a quello che dovrebbe diventare l'aeroporto della Basilicata, intitolato ad Enrico Mattei.
Nel pomeriggio, nella sala congressi di un hotel a Metaponto, incontrerà gli elettori e domani a Melfi visiterà il castello, i laghi di Monticchio e, dopo l'incontro con i rappresentanti di categorie ed associazioni, la patria di Orazio, Venosa.
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