Perché più che ingerenza è lungimiranza

Per i populisti - i grillini, ma non solo - i "poteri forti stranieri" stanno spingendo perché Draghi resti

Perché più che ingerenza è lungimiranza

Per i populisti - i grillini, ma non solo - i «poteri forti stranieri» stanno spingendo perché Draghi resti. Che grande scoperta! Come al solito essi non spiccano per acutezza: questa formidabile notizia è infatti sotto gli occhi di tutti. Macron, Von Der Leyen, Scholz, Biden, Lagarde, paventano le dimissioni di Draghi e l'avranno contattato direttamente per convincerlo a restare. Se ci siano riusciti, non possiamo saperlo. Ma quel che per populisti e sovranisti è ragione di scandalo, una «ingerenza» come la chiamano, dovrebbe essere piuttosto motivo di orgoglio patriottico. Gli Stati Uniti, la Ue, la Bce ci dicono che l'Italia guidata da Draghi è oggi una nazione indispensabile: per la condotta della guerra, come hanno affermato pure gli ucraini, anche se questi non sono certo «poteri forti» Ma indispensabile anche per la costruzione del nuovo scudo anti spread. Insomma l'Occidente non vuole perdere un alleato fondamentale. Era da moltissimo tempo che l'Italia non esercitava un ruolo cosi egemonico, ma ora questo sforzo rischia di essere vanificato, dalle elezioni che bloccherebbero il paese ma anche dal governo nuovo prodotto dalle urne, molto probabilmente privo dell'autorevolezza del predecessore - e rischierebbe anzi di finire isolato come un paria, appoggiato solo da Orbàn e magari pure da Putin. Macron e Scholz sono preoccupati anche da ragioni di interesse nazionale: come spiegava l'editoriale di ieri del Financial Times senza Draghi, o comunque senza un governo a breve, l'Italia faticherà a sbloccare la nuova tranche del Recovery fund. Inoltre l'aumento dei tassi di interesse decisi dalla Bce produrrà un aumento dello spread con la Germania e un tracollo finanziario del nostro paese finirebbe per investire anche Francia e Germania. Altro che ingerenza, questa è politica interna francese o tedesca. Del resto: le ingerenze, come le chiamano i sovranisti, sono sempre esiste. Senza Francia e Gran Bretagna, Cavour e Vittorio Emanuele II non avrebbero unificato l'Italia. Senza il supporto fondamentale degli Stati Uniti, nel 1945, noi nazione finita e sconfitta, saremmo stati annichiliti, dalla miseria o dal comunismo, probabilmente da entrambi. Senza il primo scudo dell'euro, deciso dalla Bce di Draghi proprio dieci anni fa, saremmo finiti come la Grecia.

Prospettiva che riappare ora drammaticamente all'orizzonte. Soprattutto quando ascoltiamo esponenti della classe politica che, invece di inorgoglirsi di Draghi e fare di tutto per tenerselo stretto, vaneggiano di «interferenze straniere».

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