
Il lavoro pluridecennale ha finalmente premiato gli odiatori di Israele, detti anche difensori dei palestinesi. La manifestazione del 7 giugno fissata da Pd M5S Avs è il seguito di una storia vecchia: le accuse odierne, come quella di genocidio e colonialismo, infiorettano la storia dell'antisemitismo postbellico, e, come sempre i picchi antisemiti segnalano una crisi esistenziale dell'occidente. Quando una civiltà non sa che fare dà la colpa agli ebrei: il mondo su cui incombe la minaccia di Putin e della Cina, confusa da Trump, presa al collo dal rischio terrorista islamista senza trovare nemmeno il coraggio di sillabarlo, se la rifà con Israele, col sionismo, con Netanyahu, con gli ebrei. Basandosi su una caterva di bugie che portano all'omicidio, e ignorando i delinquenti che sostengono. Quella piazza, e anche quella di sinistra moderata a favore di un'Israele che rinunci a difendersi, di fatto si renderà responsabile con le sue folli accuse prive di fondamento solo dell'ondata di antisemitismo che ormai sporca il mondo in tutti i suoi angoli. Occupazione è uno stilema preferito e senza base alcuna. Qui si tratta solo di controllare un territorio finché non rappresenti più lo spaventoso pericolo che Hamas ha dimostrato di essere. La parola sionista è diventata un'accusa demenziale.
Questa piazza ha torto: ricontrolli le cifre, che sono false, riveda la mostruosità delle azioni di Hamas, ricordi che la gente sarebbe stata protetta facilmente nelle gallerie invece usate solo dai terroristi proprio per fare morti civili, controlli gli aiuti sequestrati per costruire nuovo terrore.
Chi va in piazza, va a fomentare un'ondata di antisemitismo catastrofica, esaltata dalla strage del 7 ottobre. Hamas pensa: «Abbiamo ucciso, stuprato, bruciato, fatto a pezzi una massa di ebrei. Lo rifaremo col vostro aiuto in tutto il mondo». Chi va in piazza aderisce a una manifestazione antisemita. I numeri dei morti forniti da Hamas sono sbagliati, almeno il 75% sono adulti, appartengono a Hamas o a altre formazioni terroriste e ne fanno parte gli uccisi da malattie e da vecchiaia. Israele ha colpito il minimo possibile un'area nazificata dove lanciamissili e esplosivo e covi assassini erano nascosti nelle case, le scuole, gli ospedali. Il cibo fornito fino a marzo ammonta a 975mila tonnellate di cibo, 50mila di acqua e 25mila di medicine, unico caso al mondo in cui un Paese in guerra ha fornito aiuto; ma sin dal primo giorno Hamas lo ha sottratto con le armi in pugno. Deporre le armi e restituire i rapiti è la richiesta di Israele, del terribile Netanyahu. Israele combatte per questo una guerra di sopravvivenza, la spaccatura fra destra e sinistra non ha toccato la democrazia. Israele è imperdonabile perché ha vinto gli Hezbollah, combatte Houthi e Iran con buoni risultati, ha causato la destituzione di Assad, Hamas è a pezzi. Guai adesso se vince una guerra che libererebbe il mondo da un'organizzazione terrorista come l'Isis o come al Qaeda, che ha giurato di distruggere tutto ciò che non è islamico, che uccide gli omosessuali, schiavizza le donne, giustizia gli oppositori, ha conti miliardari, in 750 chilometri di gallerie non ha mai ospitato una donna o un bambino di Gaza. Tortura i rapiti.
La piazza del 7 giugno fiancheggerà la pizzaiola che sbatte fuori i clienti, i negozi e gli alberghi yudenraus, i festival che gli escludono, i milioni di post che li minacciano, e alla fine anche chi sparerà come nell'82 quando fu ucciso Stefano Taché; e come pochi giorni fa Yaron and Sarah, i fidanzati uccisi a Washington. Erano ebrei. E ieri è stato sepolto Ravid Chaim Getz: la sua mamma Tzeela era stata uccisa sulla strada da un terrorista palestinese mentre andava a partorire, lui, salvato dai ginecologi, non ce l'ha fatta.
Era ebreo anche lui. Tanti soldati hanno diciotto diciannove anni, 1.000 ne sono morti combattendo per una democrazia umanitaria che si difende. Non andate alla manifestazione, Israele combatte per vincere i terroristi.