Roma - «Abbiamo appena finito con Anna Maria Bernini una riunione di quartiere qui a Bologna. Dovevano esserci 40 persone, ce n'erano 150. In periferia un tempo questa attenzione per il centrodestra era impensabile, la fiducia nei nostri riguardi è palpabile». Galeazzo Bignami, 43 anni, avvocato, dieci anni da consigliere comunale, otto anni da consigliere regionale (nel 2014 fu il più votato di tutta la città di Bologna) è una delle candidature forti che Forza Italia schiera in Emilia Romagna.
Lei è uomo di territorio. L'Emilia per il centrodestra rappresenta ancora una missione impossibile?
«No, c'è una bel clima, C'è disillusione verso il Pd, scetticismo verso il M5s giudicato inaffidabile e fiducia nell'esperienza di Berlusconi. Coloro che un tempo lo consideravano un nemico ora lo percepiscono come un leader capace di mantenere le promesse».
Come è cambiato l'elettorato bolognese?
«Molto, soprattutto nelle periferie. Ci sono tensioni sociali enormi che la sinistra fa finta di non vedere. Io sono stato il più votato a Borgo Panigale, al Pilastro, alla Bolognina, al treno della Barca. A Bologna ormai il 60% delle case popolari viene assegnato agli stranieri, solitamente quando muore un italiano anziano. Gli stranieri entrano con famiglie da sei-sette-otto persone. Gli italiani cercano rassicurazione, non è questione di razzismo o xenofobia, parole usate per liquidare sbrigativamente un problema enorme. Gli elettori cercano interlocutori seri. Vogliono che ciò che è stato costruito dai loro padri e dai loro nonni, il patrimonio della nostra patria, venga preservato per i loro figli e nipoti. È elementare buonsenso».
Lei viene da una storia di destra, ha militato nel Fronte della Gioventù ed è stato segretario regionale di Azione Giovani. Dentro Forza Italia si sente a casa?
«Certo, Forza Italia è l'unica forza che può costruire una maggioranza insieme con la destra sovranista. La destra sovranista o lepenista, come dimostra la Francia, non riesce a raggiungere la maggioranza e parlare all'elettorato moderato. Forza Italia è la chiave di volta per un avere un centrodestra di governo».
Sull'immigrazione non patite la concorrenza della Lega?
«No, anzi il nostro approccio altrettanto fermo, ma privo di toni eccessivi ed enfatici viene apprezzato di più. La forma in questo senso è sostanza».
Riesce a conciliare l'attività di avvocato con la politica?
«Sì, anche se le due attività spesso si mescolano.
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