S ardegna, Egitto. Come una piaga biblica piombano sull'isola milioni di cavallette, che oscurano il cielo e devastano i pascoli.
D'accordo, l'abbiamo messa giù un po' dura. D'altronde lo fa per prima la Coldiretti, che lancia l'allarme con i suoi toni sempre un po' millenaristici. Ma una piaga è una piaga. E le locuste in Sardegna di danni ne stanno facendo parecchi davvero.
L'area dell'isola colpita da questa sgradita invasione è il Nuorese, in particolare le campagne di Orani, Ottana e Olotana, proprio al centro dell'isola, in quella che si chiama Barbagia. A Orani testimoni raccontano di veri tappeti di locuste sulle quali è necessario muoversi. Ma molte persone preferiscono restare tappate in casa, perché muoversi in mezzo a una nuvola di proiettili viventi e anche piuttosto disgustosi non fa piacere a nessuno. Poi magari un giorno le cavallette entreranno nella nostra dieta - come pronostica qualcuno - e l'invasione delle cavallette diventerà come una pioggia di würstel. Ma per il momento non è ancora così.
Per il momento sono le cavallette a nutrirsi grazie a noi, grazie ai raccolti agricoli. Del resto si tratta di animaletti prettamente fitofagi, che cioè in modo parassitario devastano le piante in un ménage univoco, in cui sono solo loro ad avvantaggiarsi. Poi, quando se ne vanno, lasciano un panorama desolante. E questo sta accadendo in Barbagia, dove si parla di 2mila ettari di terreno letteralmente asfaltati. «La presenza massiccia degli insetti - spiega Coldiretti - sta facendo terrà bruciata di pascoli e foraggio». Ma gli animali «infastidiscono anche le persone invadendo cortili e case coloniche». Del resto «giugno e luglio ma anche agosto sono i mesi favorevoli per la loro diffusione. Si sviluppano nei terreni incolti, ma poi si spostano anche in quelli coltivati per nutrirsi. Una vera e propria emergenza alla quale, secondo gli esperti, ora non si può rimediare, in quanto qualsiasi trattamento sarebbe poco efficace. Si potrebbero arare i terreni, soprattutto quelli incolti che rappresentano il luogo ideale per proliferare e questo la dice lunga sull'importanza del presidio dei territori svolto dalle imprese agricole».
Le cavallette, che sono degli insetti dell'ordine degli ortotteri e del sottordine caelifera, sono animali infestanti che prediligono i climi secchi e i terreni aridi. Alternano comportamenti solitari a momenti gregari e alle volte invadono anche alcune aree dell'Italia. Ce ne sono di varie tipologie, solo alcune delle quali sono migratrici. Le cavallette più diffuse da noi sono del tipo Calliptamus Italicus o grillastro italiano, dal colore grigiastro o bruno con ali rosate. Le femmine sono più grandi dei maschi e possono sfiorare i 4 centimetri di lunghezza. Meno diffuse ma pur presenti le cavallette Anacrydium aegyptium, poco dannose per le colture, le Dociostaurus maroccanus, di colore bruno, le Tettigonia viridissima e Dectigus verrucivorus, più grandi e di colore verde, e le Oedipula coerulescens, grigie con ali azzurre.
Ma non solo le locuste a «okkupare» l'Italia. Nel centro di Bologna, uno sciame di api aveva preso domicilio all'Archiginnasio, nei comignoli della biblioteca. Sono stati i vigili del fuoco, con l'aiuto di due apicoltori, a rimuovere gli ospiti non invitati, riuscendo a trasferirli in un'arnia e salvando quindi l'intera colonia. Cosa molto importante visto che le api sono delle vere sentinelle ambientali e contribuiscono con la loro operosità, secondo un saggio del 2017 di Randolf Menzei e Matthias Eckoldt alla produzione del 35 per cento del cibo mondiale. Quindi se stanno bene loro, siamo satolli noi.
Secondo i caschi rossi quello dell'Archiginnasio è solo il più blasonato intervento a cui sono stati chiamati, visto che con i primi caldi, negli ultimi giorni, si sono moltiplicate le richieste di aiuto. E lo stesso sta accadendo a Ferrara.
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