Un piano da 86 miliardi: le riforme entro domani e un fondo coi beni greci

Dopo una trattativa di oltre 20 ore arriva l'accordo su un testo più duro di quello bocciato dal referendum. Tempi strettissimi per l'ok della Grecia

Un piano da 86 miliardi: le riforme entro domani e un fondo coi beni greci

Pochi aggiustamenti rispetto al testo di domenica, ma la ricetta per fare restare la Grecia dentro l'Euro è la stessa preparata domenica dai ministri dell'Eurogruppo.

Ieri il piano è stato approvato da tutti i capi di governo dell'Eurosummit, dopo una trattativa durata quasi 20 ore. Anche Alexis Tsipras ha detto sì, ma ora per lui si apre la sfida più difficile: dovrà cercare in Parlamento una maggioranza disposta a fare passare un testo che, per molti aspetti, è più duro di quello bocciato dai greci nel referendum.

Confermati i tempi strettissimi chiesti espressamente dalla Germania. Solo 48 ore per impostare una rivoluzione nella politica economica ellenica.

Nell'elenco c'è una riforma dell'Iva che «ampli la base contributiva», cioè elimini regimi di favore come quello per le isole. Poi misure per la sostenibilità del sistema pensionistico; tagli semi-automatici alla spesa pubblica in caso di deviazioni dagli obiettivi di bilancio. Di fatto, un controllo della Troika nelle scelte chiave del governo greco. Poi indicazioni precise sulle riforme. L'istituto di statistica Elstat deve essere indipendente. Più certezze nel processo legislativo, stop alle nomine politiche. Poi liberalizzare settori protetti: farmacie, trasporto, professioni. Infine licenziamenti più facili.

In cambio i creditori concederanno un prestito ponte che l'Ecofin dovrebbe definire oggi nei dettagli. Il terzo piano, nel complesso, ha spiegato il cancelliere tedesco Angela Merkel, varrà dagli 82 agli 86 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Compresi i 25 miliardi che saranno destinati alla ricapitalizzazione delle banche greche. Per negoziarlo, ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, serviranno quattro settimane.

Comunque il voto della Grecia dovrà arrivare entro domani, «prima - ha spiegato Merkel - che noi possiamo interrogare i nostri Parlamenti». In sostanza, la Germania non prende impegni formali fino a quando il governo di Syriza non avrà portato a casa il sostegno della sua maggioranza. Questa clausola ha fatto almeno formalmente scomparire l'ipotesi di una Grexit temporanea dal documento. «Non abbiamo bisogno di un piano B», ha spiegato Merkel.

Sul debito pubblico non ci sarà un taglio. L'Eurogruppo si «tiene pronto a considerare» altre ipotesi come un «periodo di grazia o di pagamenti più lungo». A garanzia dei creditori, come previsto, sarà istituito un fondo dove saranno messi beni pubblici greci per un valore di 50 miliardi. Nel primo piano redatto domenica dai ministri delle Finanze dell'area euro, il fondo doveva essere guidato dai greci, ma avere sede in Lussemburgo. Tsipras è riuscito a evitare una scelta che suonava molto come un'umiliazione. Comunque per il premier greco sarà difficile ottenere un via libera dalla sua maggioranza. Ieri l'ala sinistra dei deputati di Syriza ha minacciato di non votare il piano. L'ex ministro Yanis Varoufakis ha parlato di «politica dell'umiliazione».

L'accordo ha convinto le

Borse, che hanno registrato rialzi che vanno dal 2,1% di Parigi, a Francoforte salita dell'1,57%, Milano dell'1,22%. Spread in calo a 125 punti base. Se questo ottimismo durerà, dipende dal voti dei Parlamenti sul piano.

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