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Il piano di Berlusconi: una squadra di esperti per sdoganare le primarie

L'idea dell'ex premier: un gruppo di politici e industriali per consultazioni di coalizione senza brogli. Evitato lo strappo con Verdini

Il piano di Berlusconi: una squadra di esperti per sdoganare le primarie

Roma - Più che all'amico Denis, con cui il Cavaliere ha avuto un faccia a faccia martedì notte, Berlusconi pensa all'amico Vladimir. Berlusconi e Putin: un dopocena all'aeroporto di Fiumicino tra due protagonisti della politica con la «P» maiuscola che si stimano e si onorano a vicenda. L'ex premier è più concentrato sui temi internazionali e il ruolo di pontiere che di fatto si ritaglia quando incontra il capo del Cremlino. Il quale non manca mai di far visita al «caro Silvio». Anche perché, e Berlusconi lo ribadisce al presidente russo, sulla questione delle sanzioni hai un alleato: io. L'ex premier ribadisce a Vladimir che le restrizioni economiche a Mosca sono sbagliate.

Un Berlusconi sereno e battagliero allo stesso tempo che non ha certo rotto definitivamente con il suo ex braccio destro Verdini: «Le ricostruzioni di alcuni giornali sono di pura fantasia», dicono dal suo entourage. Di certo tra i due non è ancora scoppiata la pace. Si rivedranno martedì prossimo a Roma. Si dice che l'incontro sia stato franco ma mai teso. Certo, ognuno rimane della stessa idea: «È stata una follia stracciare il patto del Nazareno», è la tesi di Verdini; «Il patto l'ha rotto Renzi che resta un bluff», è il pensiero del Cavaliere. Due posizioni inconciliabili che però, per ora, non producono alcuno strappo.

C'è chi dice che anche se volesse l'ex coordinatore del Pdl non avrebbe i numeri per far nascere un nuovo gruppo al Senato. E c'è chi sostiene, invece, che proprio l'intervento di Berlusconi abbia scongiurato l'ennesima diaspora da Forza Italia. Saranno vere un po' entrambe le cose anche se nessuno nasconde che Denis si stia dando da fare per racimolare una pattuglia di senatori pronti a fare da stampella a Renzi. Per ora i suoi fedelissimi sono soltanto due: Riccardo Mazzoni e Riccardo Villari, posto che il terzo, Riccardo Conti, abbia dichiarato che da Fi non si muove. Ma, a furia di telefonare a destra e a manca, qualche seguace nuovo Verdini pare l'abbia trovato. E sembra che abbia pescato nella neonata vasca di Raffaele Fitto.

Uno schiaffo al politico di Maglie perché l'ex governatore della Puglia ha appena costituito a Palazzo Madama il suo gruppo «Conservatori, riformisti italiani» composto da 12 membri. Tuttavia, di questi, tre sarebbero pronti a seguire Denis: Antonio Milo, Eva Longo e Ciro Falanga. Grana campana visto che tutti arrivano da lì. Grana perché, se dovessero traslocare, Fitto non avrebbe più i numeri per mantenere il suo gruppo. E non c'è deroga che tenga visto che questa potrebbe essere concessa soltanto se un gruppo parlamentare fa riferimento a un partito che alle passate elezioni ha preso un tot di voti. E non è questo il caso. Ma Berlusconi non si cura più di tanto dei pendolarismi parlamentari e pensa a come rimettere assieme i moderati che prima o poi dovranno trovare pure un leader. E per la questione della leadership sembrano ormai quasi ufficialmente sdoganate le primarie. Con l'idea di dar mandato a una squadra di consulenti composta da politici, sondaggisti, amministratori e industriali per mettere a punto una piattaforma al fine di individuare regole precise per consultare i cittadini nella scelta del leader.

Sia per la ricerca del candidato sindaco di Milano, sia per il futuro leader di tutto il centrodestra. E per Forza Italia arriva la nomina del senatore Francesco Giro come coordinatore di tutti i dipartimenti nazionali.

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