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Il piano dei servizi per l'energia in Italia: "Sì a olio e carbone e un nuovo gasdotto"

Il Copasir: possiamo essere hub energetico per l'Ue. Il ruolo di Eni, Enel, Snam e Terna

Il piano dei servizi per l'energia in Italia: "Sì a olio e carbone e un nuovo gasdotto"

Affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo, perseguendo una nuova politica energetica, si può. Il governo ha già intensificato incontri e accordi per il reperimento del gas da altri Paesi. E ora il Copasir, nella relazione sulle conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina nell'ambito della sicurezza energetica, analizza i vari scenari di breve e lungo termine evidenziando le possibili strategie di diversificazione degli approvvigionamenti dal gas, visto che nel corso degli ultimi 20 anni quello russo è arrivato a rappresentare oltre il 40% del mix energetico italiano. E assicura che l'Italia ha, più di altri partner europei, gli strumenti per ridurre la propria dipendenza dall'estero.

«Il documento - spiega il presidente del Copasir, Alfredo Urso - è frutto di un approfondimento conoscitivo svolto anche mediante un ciclo di audizioni mirate». Ne è emersa la consapevolezza che il nostro Paese «dispone delle risorse necessarie per operare velocemente questa transizione con l'obiettivo di diventare, grazie anche alla sua peculiare posizione geografica, un hub energetico per l'intera Ue». Imprescindibile, in questo percorso, lo snellimento delle procedure autorizzative e la realizzazione di determinate infrastrutture. «Questo però - spiega D'Urso - presuppone un differente approccio geopolitico dell'Italia ed una politica estera che garantisca un rapido affrancamento dal gas russo». Il Copasir sottolinea il contributo cruciale che possono assicurare le aziende partecipate: l'Eni, che «ha il vantaggio di detenere la titolarità delle concessioni dei giacimenti e risulta impegnata nel settore della ricerca sulla fusione nucleare», l'Enel che «riveste una posizione di avanguardia nel perseguire gli obiettivi della sostenibilità, dell'innovazione e della transizione energetica, mediante l'accelerazione della produzione di energie rinnovabili», la Snam che «vanta il primato in Europa per estensione della rete di trasporto gas e capacità di stoccaggio, oltre ad essere uno dei principali operatori di rigassificazione nel Vecchio Continente», Terna che «si afferma come uno dei più dinamici operatori europei di reti per la trasmissione di energia elettrica». «Il nostro Paese - si legge nella relazione - vanta una rete trasmissiva per l'energia elettrica, quella di Terna, interconnessa con gli altri Paesi e con la sponda Sud del Mediterraneo, ancorché sia da potenziare e sviluppare per essere in grado di gestire la raccolta di energia prodotta da future integrazioni di impianti a fonti rinnovabili. Allo stesso tempo, la rete di gasdotti, di proprietà di Snam, è la più ampia nel bacino del Mediterraneo, la seconda a livello europeo dopo quella gestita da Gazprom ed è in parte già predisposta per il trasporto di idrogeno».

Nel breve e medio termine non è da escludere una produzione termoelettrica da olio o da carbone. Si possono prevedere intanto varie misure emergenziali, con l'Algeria che «rappresenta la prima alternativa». Con il recente accordo tra il nostro governo e quello algerino la fornitura è stata incrementata di 9/10 bcm annui, che vanno ad aggiungersi ai 21 già importati, sfruttando così la capacità massima del gasdotto Transmed che fino ad oggi era utilizzata in parte. Ma per aumentare il livello del gas proveniente dall'Algeria viene auspicata la costruzione di un gasdotto che attraversi la Spagna e la Francia. Altro piccolo aumento potrebbe essere garantito dal gasdotto Tap, la cui portata andrebbe raddoppiata, così come andrebbero realizzate unità galleggianti di rigassificazione. «La prima risorsa da privilegiare, in un'ottica di cambio della provenienza del gas, è il Gnl e conseguentemente la capacità di rigassificazione del Paese», scrive il Copasir, che prevede interventi sulle centrali di Piombino, Panigaglia e Cavarzere.

Altro possibile intervento strutturale, che permetterebbe entro circa quattro anni l'immissione nella rete europea di 10 bcm di gas, espandibili fino a 20 bcm, è il progetto Eastmed-Poseidon, che attingerà ai giacimenti del Mediterraneo e il cui gasdotto approderà a Otranto.

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