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Piano "in missione" a vita Solo otto votazioni in 4 anni

L'archistar senatore è un fantasma a Palazzo Madama Saltate 15.700 sessioni d'Aula. Ma sempre giustificate

Piano "in missione" a vita Solo otto votazioni in 4 anni

Roma - Lo stipendio mensile di un senatore a vita si aggira sui 18mila euro. In base a quanto si apprende dal sito web del Senato della Repubblica, si compone di un'indennità parlamentare, di una diaria, di un rimborso spese (da larghe vedute), più una copertura ulteriore per spese di viaggio e telefoniche. Niente è lasciato al caso e caro ci costa la personalità che illustra lo Stato. Ma invece del salto di qualità questi qui saltano proprio la convocazione. Tra tutti questi insigni latitanti, ce n'è uno che da quando è stato nominato da Giorgio Napolitano (30 agosto 2013) è inattaccabile per numero di assenze. È lui, è l'archistar Renzo Piano presente a 8 votazioni su 15.734. Sempre in «missione», sempre a pontificare. Infatti da quando ha deciso di «rammendare» l'Italia è una continuo annuncio salvifico. Prima aveva promesso di rammendare le periferie, e poi di rammendare le scuole e gli edifici. E come no.

Ultimamente a Piano piace parlare di «rammendo», di «ricucitura» cittadina, operazione quasi chirurgica, proprio come la messa in sicurezza antisismica degli stabili dopo l'ultimo tremendo terremoto. Anche in qui giorni lui era sempre lì, ad Amatrice, a dire che noi italiani non avevamo capito un tubo e che ci avrebbe pensato lui a sistemare le cose. Parlò di un gruppo di lavoro e 10 prototipi di case antisismiche da costruire lungo l'arco dell'Appennino. Nei prossimi anni però. Dichiarò di voler «Salvaguardare questo paese dal sisma attraverso la diagnostica e soprattutto uscendo dal terreno scuro dell'opinione per entrare nel terreno stabile e certo della scienza». Ma Piano ormai è cittadino del mondo e, dunque, va preso al volo sennò scappa.

Sembra preistoria il Piano Renzo nato a Pegli, Genova di Ponente. Sembrano giorni ormai trascurabili quelli in cui il giovanotto abitava «al Lambrate, in via Valvassori Peroni», dopo aver preferito «l'altamente imperfetta Milano» alla «troppo perfetta Firenze». Ora abita all'estero, a Parigi, l'ombelico d'Europa. Ha la doppia cittadinanza (ci ha tenuto a raccontare che ha votato per il liberale Macron), ma non ha praticamente mai partecipato ai lavori del Senato pur collezionando stipendio pieno (in verità per un po' di mesi l'ha devoluto a sei giovani architetti), uffici, segretarie e onori di senatore a vita. Dagospia ha fatto il conto del suo lavoro a Palazzo Madama. Prima di nominare Renzo Piano senatore a vita re Giorgio avrebbe dovuto chiedere conto di quanto si sarebbe interessato all'onorevole incarico di senatore a vita. Avrebbe dovuto. Perché avrebbe scoperto che all'architetto frega relativamente. Fino ad ora, 8 presenze e ben 15mila «missioni». Perché vivere all'estero, ricevere lo stipendio di senatore e disertare tutte le sedute parlamentari adesso significa essere in missione.

L'ultima missione è destinata a far parlare più delle assenze in Senato. A Montecarlo dall'autunno scorso si sta lavorando per ridisegnare il lussuoso «waterfront». In questi sei ettari si estenderanno 60mila nuovi metri quadrati di sale espositive per il Grimaldi Forum, dove si svolgono i principali eventi monegaschi, una darsena dove fare attraccare i superyacht, un edificio principale e decine di ville immerse nella natura. Un paradiso terrestre, insomma. La nuova estensione in mare all'altezza della spiaggia del Larvotto, praticamente l'unica del Principato, diventerà nei prossimi anni un nuovo polo residenziale. Una trasformazione che terminerà entro il 2030 e che porta la firma dell'architetto genovese, pardon parigino Renzo Piano.

Il Senato può attendere.

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