Enrico Letta ha un piano diabolico in mente: unire gli eletti del Pd con quelli delle liste alleate di Sinistra Italiana-Europa Verde, Più Europa, Impegno Civico e Articolo Uno e spingere il Capo dello Stato Sergio Mattarella ad affidargli l'incarico per formare il governo.
Il segretario del Pd punta, nel post voto, ad annettere ai gruppi parlamentari dem i movimenti di Luigi di Maio, Emma Bonino, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Roberto Speranza. L'obiettivo è portare il Pd a essere il primo gruppo per numero di eletti in Parlamento. Missione quasi impossibile. Ma Letta ci prova. Soprattutto perché spera, con questa mossa, di esercitare una pressione sul presidente della Repubblica quando saranno avviate le consultazioni con le forze politiche per decidere a chi affidare un eventuale incarico per formare il governo. Se Letta si presentasse al Colle alla guida della delegazione dem, con la forza di essere il primo gruppo parlamentare alla Camera e al Senato, potrebbe sperare di ricevere l'incarico.
Uno scenario plausibile solo nel caso in cui il centrodestra non dovesse avere una maggioranza chiara nei due rami del Parlamento. E soprattutto solo nell'ipotesi in cui il centrodestra si presentasse al Colle diviso sul nome da sottoporre al presidente Mattarella a cui affidare l'incarico per formare l'esecutivo. Al momento i leader dei partiti di centrodestra hanno ribadito che l'indicazione del nome del premier incaricato spetterà al partito che arriverà primo all'interno della coalizione. Letta lavora nelle retrovie e cerca piani alternativi per sbarrare la strada del governo al centrodestra. C'è un secondo obiettivo da centrare nei progetti lettiani: condurre il Pd a essere il primo partito italiano, per numero di voti, uscito dalle urne del 25 settembre. Ecco il doppio obiettivo fissato da Letta: primo partito e primo gruppo parlamentare.
Una strategia che il segretario sta mettendo a punto per impedire, con la solita manovra di Palazzo, al centrodestra di arrivare nelle stanze di Palazzo Chigi. I colloqui con i leader delle altre forze politiche di centrosinistra sono a buon punto. I ministri Di Maio e Speranza hanno già dato l'ok all'ingresso dei propri eletti nel gruppo dem. Le resistenze si registrano, al momento, nel fronte di sinistra con Bonelli e Fratoianni e con Emma Bonino. Gli argomenti che Letta mette sul piatto potrebbero essere convincenti: per tutti c'è la possibilità di rientrare in partita per la formazione del nuovo esecutivo con un po' di posti a disposizione. I sondaggi per ora danno il partito di Fratelli d'Italia avanti al Pd. Il leader dei democratici, da Milano, ha lanciato la rincorsa. E ora punta a richiamare i riservisti in servizio. Chi sono? I padri nobili del Pd. Ecco che nei giorni scorsi sono stati mobilitati tutti i big in pensione. Romano Prodi, Walter Veltroni, Rosy Bindi e Francesco Rutelli. Si attende da un giorno all'altro l'appello-intervista di Veltroni per la chiamata alle armi dei compagni contro il pericolo della destra.
E poi una lettera di Romano Prodi. Il più freddo alla chiamata di Letta è Francesco Rutelli che non vuole fornire alcun aiuto. Ma la «ditta» chiama. E alla fine l'ex sindaco di Roma potrebbe cedere. Va aiutato il compagno Enrico nel suo piano diabolico.
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