Era il 9 maggio del 2009 quando Licia Rognini, vedova di Giuseppe Pinelli, e Gemma Capra, vedova del commissario Luigi Calabresi, si incontrarono al Quirinale e si strinsero per la prima volta la mano. Un evento fortemente voluto dall'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel Giorno della Memoria delle vittime di terrorismo. Nell'anniversario dei 50 anni dalla strage di piazza Fontana, la bomba alla Banca dell'Agricoltura che il 12 dicembre del 1969 uccise 17 persone, il capo dello Stato Sergio Mattarella ieri ha incontrato insieme proprio a Milano la vedova del ferroviere anarchico, sospettato ingiustamente come responsabile dell'attentato e morto dopo essere precipitato dal quarto piano della questura, e la vedova del commissario ucciso nel '72 dopo una campagna di odio. Si è fermato a parlare con loro nella Sala Marra di Palazzo Marino, sede del Comune. Un incontro «emozionante e bellissimo, familiare - riferisce Gemma Capra - Con Licia Pinelli ci eravamo già viste e ogni 9 maggio incontro una delle figlie, ormai sentiamo di volerci bene. Ma è ancora più e bello e importante che sia avvenuto a Milano, Pinelli e Calabresi ora decisamente riconosciuti come diciottesima e diciannovesima vittima. E la presenza di Mattarella è stato un segnale forte». Dal 1969 è stato il primo presidente della Repubblica a prendere parte alle commemorazioni. Ha partecipato a un Consiglio comunale straordinario. «Ci troviamo a Palazzo Marino, luogo della democrazia contro il quale la ferocia di terroristi neofascisti tentò di replicare, undici anni dopo, la strage di piazza Fontana. Si è cercata giustizia, tra difficoltà e ostacoli, e giungendo a esiti insoddisfacenti». Ricorda che quel 1969 «fu segnato da 145 attentati dinamitardi», cita anche Vittorio Occorsio e Emilio Alessandrini «magistrati che avevano indagato sulla strage, assassinati pochi anni dopo l'uno da terroristi di destra, l'altro da terroristi di sinistra». Ma «i tentativi di sottrarre al popolo la sua sovranità sono falliti». Accusa «i depistaggi doppiamente colpevoli di una parte delle strutture dello Stato». Ricorda le 17 vittime «e con loro Pinelli e Calabresi» e richiama «l'intera società civile a scongiurare che si possano rinnovare in Italia le fratture terribili in cui si inserirono criminalmente quei fatti. Il destino della nostra comunità non può essere preda dell'odio e della violenza».
Il sindaco Beppe Sala ha rivolto le scuse di Milano a Pinelli e all'anarchico Pietro Valpreda, arrestato inizialmente come autore materiale, «per la loro persecuzione». E a Calabresi «servitore dello Stato ucciso dopo una campagna d'odio».
«Qui come in Italia - dice - non c'è spazio per antisemitismo, razzismo, fascismo, veleni da contrastare al di là della parte politica. A questo serve il ricordo di piazza Fontana, strage di matrice fascista, a questo serve la memoria delle vittime del terrorismo di ispirazione comunista».
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