Cronache

Picchiata dal principale perché osa chiedere la paga

Beauty, nigeriana, lavorava in un lido di Soverato (Calabria): ha filmato tutto col cellulare

Picchiata dal principale perché osa chiedere la paga

Ha chiesto di essere retribuita per il lavoro prestato come lavapiatti ma ha ricevuto schiaffi e pesanti insulti. È quello che è accaduto ieri a Soverato, in Calabria, ad una giovane donna di origini nigeriane, Beauty, assunta in un noto lido-ristorante della cittadina. Una vicenda di sopraffazione e violenza che sarebbe rimasta ignota, se la donna non avesse ripreso in diretta, con il proprio cellulare, alcune fasi dello scontro prima verbale e poi fisico. Sulla vicenda i carabinieri della Compagnia di Soverato hanno avviato accertamenti dopo che la giovane si è recata in caserma, senza presentare denuncia, e ha riferito di essere stata aggredita dal suo datore di lavoro dopo avere chiesto di essere retribuita per le ore di lavoro effettuate nella cucina del locale da cui si stava licenziando. Successivamente, dai carabinieri si è presentato anche il gestore dell'esercizio per fornire la propria versione dei fatti. Intanto, però, il video dell'aggressione postato in diretta su una pagina dedicata di un social network è diventato virale. Nel minuto di girato rimasto in rete, la donna ha ripreso le fasi dello scontro, prima verbale e poi fisico, con il datore di lavoro. Nelle immagini, con il sottofondo di musica e vociare tipici dei lidi balneari dal che si presume che fossero presenti altre persone che si sarebbero però ben guardate dall'intervenire, si vede in un primo tempo la ragazza rivendicare con decisione il pagamento delle spettanze dovute e poi tra un frase e l'altra anche in dialetto, il datore di lavoro colpire la ragazza per rivolgere, infine, le proprie attenzioni al cellulare rimasto acceso. Seguono alcune altre fasi concitate e grida di terrore da parte della donna prima che la diretta sia interrotta. Forse a causa della distruzione del dispositivo.

La vicenda emerge proprio mentre la Fondazione Libellula rende noti i dati di un sondaggio: Il 55 per cento delle donne riceve molestie o discriminazioni sul luogo di lavoro, per 1 su 5 si tratta addirittura di contatti indesiderati. Un'allusione travestita da battuta. Un massaggio alle spalle non richiesto. Un apprezzamento estetico pretestuoso. Una promozione data ad un altro collega durante la gravidanza. Battutine, discriminazioni, molestie, condizioni sfavorevoli di crescita professionale: è con questi termini che centinaia di donne hanno descritto la loro esperienza lavorativa all'interno della survey Lei (Lavoro, equità, inclusione) che ha coinvolto oltre 4.300 lavoratrici e libere professioniste in tutta Italia con l'obiettivo di fotografare lo stato dell'equità di genere del mondo del lavoro italiano. I risultati restituiscono una situazione allarmante: più di una donna su 2 (55%) si dichiara vittima di una manifestazione diretta di molestia e discriminazione. Come se non bastasse, il 22% ha dichiarato di aver avuto contatti fisici indesiderati e il 53% ha subito complimenti non graditi.

I responsabili di queste azioni sono indicati essere i colleghi o le colleghe nel 55% dei casi, i capi sia uomini sia donne per il 19% e altri responsabili o superiori di ambo i sessi per il 6%.

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