Economia

Un piccolo editore su dieci è a rischio chiusura

La crisi già adesso ha un impatto sugli occupati e i titoli pubblicati si ridurranno del 32%

Un piccolo editore su dieci è a rischio chiusura

Che il loockdown per fermare il covid-19 avesse colpito duramente l'editoria italiana lo si era già capito esaminando i dati di vendita delle classifiche librarie. Però ieri è giunta la conferma ufficiale dell'Aie che quantifica il danno. Soprattutto per i piccoli e medi editori che sono poi la spina dorsale del sistema. Secondo Aie quasi un editore su dieci (il 9%), infatti, sta valutando la chiusura già quest'anno. Un altro 21% la considera probabile. È quanto emerge dalla quarta rivelazione dell'Osservatorio sull'impatto Covid-19 dell'Associazione, che ha elaborato i dati raccolti dal 19 al 23 aprile. I sentiment sul futuro raccolti dallo studio sono preoccupanti ma lo sono anche i dati oggettivi rilevabili sin da ora. Come ha spiegato Diego Guida, vicepresidente di Aie e presidente del Gruppo Piccoli Editori: «Quello che invece è già un dato certo è la fortissima riduzione dei titoli pubblicati: tra marzo e aprile il taglio è stato del 35%, a maggio-giugno i rinvii salgono al 59% e proseguono, pur a valori più bassi, nel corso dell'anno. A fine 2020 si stima così una riduzione del 32% dei titoli pubblicati dai piccoli e medi editori. Significa 21mila opere in meno, il 54% di tutte quelle che andranno perdute nel 2020, a dimostrazione della centralità delle nostre case editrici nel panorama culturale italiano».

Gli effetti si vedono anche nel calo del fatturato: il 72% dei piccoli e medi editori stima una perdita a marzo superiore al 30%, il 56% superiore al 50%, il 29% superiore al 70%. Il crollo delle vendite nelle librerie (chiuse al pubblico) e nella grande distribuzione è stato controbilanciato solo parzialmente dalle vendite di ebook e negli store digitali. Solo il 14% degli editori indicano un aumento nella vendita di ebook superiore al 40%; le vendite negli store online sono cresciute di oltre il 40% solo per il 2% degli editori. La crisi già adesso ha un impatto sugli occupati: il 35% degli editori ha chiesto ai dipendenti di smaltire le ferie, il 34% ha messo alcuni dipendenti in cassa integrazione, il 31% tutti.

Motori quasi spenti, insomma, in attesa di una ripartenza su cui pochi sono ottimisti: solo il 2% dei piccoli e medi editori ritiene che quest'anno manterrà il fatturato del 2019 grazie a un recupero nella seconda parte dell'anno.

Commenti