Cronache

Il piccolo Messi dal sogno all'incubo

Divenne famoso per la maglia-busta del n°10. Ora è un profugo

Il piccolo Messi dal sogno all'incubo

E adesso, piccolo Messi con una busta del supermercato per maglietta, chi realizzerà il tuo nuovo sogno?

Un sogno in fondo terra terra. Vivere in pace con la tua famiglia. Ma alla fine ti andrebbe bene anche vivere, semplicemente.

Perché ci sono terre in cui anche i diritti fondamentali sono sogni. E una di queste è l'Afghanistan, dove i Talebani ancora spadroneggiano in numerose aree del Paese.

E pensare che Murtaza Ahmadi, di anni otto, di desiderio ne aveva realizzato uno difficilissimo. Conoscere il suo idolo Lionel Messi, il calciatore argentino per cui stravede. La storia è nota, ma quelle commoventi meglio raccontarle una volta in più che una in meno. Nel 2016, quando Murtaza aveva sei anni, venne fotografato mentre giocava a pallone indossando una busta di plastica tagliata in due e annodata sulle sue piccole spalle, con le righe bianche e azzurre della camiseta della nazionale argentina tracciate con il pennarello. E a pennarello erano anche scritti, con calligrafia sghemba, il numero 10 e sopra il nome di Messi.

Quello fu un sogno ben riuscito. La foto girò il mondo, Murtaza ricevette dapprima una maglia vera dell'Argentina, che indossò con orgoglio sullo stesso campo sconnesso della sua derelitta calcistitudine. Poi, mesi dopo - era il dicembre 2016 - venne addirittura invitato dal Barcellona a partecipare a un'amichevole a Doha contro l'Al Ahli. Entrò in campo stringendo la mano al suo idolo e dette anche il calcio di avvio del match, indossando la maglietta azulgrana del club catalano.

E vissero tutti felici e contenti. Vissero. Almeno finora.

Perché ora la vita di Murtaza si è complicata parecchio. Non ha più le sue molte e bellissime magliette di calcio da mostrare agli amici ma del resto non ha nemmeno più amici a cui farle vedere. Murtaza e la sua famiglia qualche mese fa sono stati costretti ad abbandonare la loro casa di Jaghori, nella provincia sudorientale di Ghazni come centinaia di altre famiglie, a causa di un'offensiva lanciata dai talebani. Ora Murtaza e i suoi sono a Kabul, lottando per sopravvivere. E con una paura in più.

La madre Shafiqa ha raccontato all'Afp le loro traversie. «Siamo fuggiti di notte, abbiamo dovuto lasciare i nostri averi, abbiamo con noi soltanto le nostre vite», ha raccontato la donna. E naturalmente nella casa abbandonata ci sono anche quelle magliette da football. La famiglia vive subaffittando una stanza nella capitale afghana da un'altra famiglia disperata. Adesso Murtaza non può nemmeno giocare a pallone con una busta sulle spalle. Uscire gli è vietato, i suoi temono che venga rapito per ottenere un riscatto milionario. Il suo essere una piccola star ha il suo prezzo. Un altro.

Povero piccolo Messi, dopo avergli regalato un sogno, tiràtelo fuori dall'incubo.

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