Il piccolo morto di baseball che commuove l'America

Kaiser Carlile, 9 anni, colpito da una mazza durante gli allenamenti. Era la mascotte dei Liberal Bee Jays. I genitori: "E ora vincete per lui"

Il piccolo morto di baseball che commuove l'America

Morire per il baseball, a soli nove anni. L'America è sotto shock per la tragica fine di un bambino del Kansas, deceduto a causa di un colpo di mazza alla testa durante una partita delle World Series della National Baseball Congress (Nbc), una lega composta da squadre di dilettanti e semiprofessionisti.

Kaiser Carlile, questo il nome del piccolo, non era solo un grande tifoso dei Liberal Bee Jays, la squadra della sua città, ma da alcuni mesi aveva ricevuto quello che per lui era un grande onore: diventare uno dei «bat boy», i giovani che raccolgono le attrezzature in campo e le portano ai giocatori. Sabato, durante la fase di riscaldamento della partita in programma nella città di Wichita, il bambino stava svolgendo le sue mansioni, quando è stato colpito accidentalmente da una mazza ed è crollato a terra. Kaiser indossava come da regolamento il caschetto protettivo, ed è stato immediatamente soccorso e trasportato in ospedale, ma né la protezione né le cure dei medici sono state sufficienti: domenica sera il suo cuore ha smesso di battere.

Il dramma della sua morte, che ha commosso il mondo del baseball americano, è racchiuso in una foto toccante che ritrae il bimbo esanime, pochi attimi dopo l'incidente, mentre viene stretto al petto dal giocatore Gavin Wehby. «Con il permesso della famiglia, e con il cuore spezzato dal dolore, comunico a tutti che Kaiser Carlile non c'è più», ha scritto il presidente della squadra, Nathan McCaffrey, in un messaggio pubblicato sul sito dei Bee Jays, e corredato da una foto del bimbo in tenuta da gioco. «Faceva parte del team», ha poi aggiunto. La Nbc, da parte sua, ha già annunciato la decisione di «sospendere l'uso dei bat boy e delle bat girl nel corso delle partite delle World Series» dopo quanto avvenuto lo scorso fine settimana. I genitori del piccolo, però, hanno detto di «non provare alcun sentimento di rabbia». «È stata una tragedia», ha ribadito il padre, Chad Carlile, sottolineando di non volere «commenti cattivi» sulla vicenda.

«Kaiser era felice - ha proseguito -. Amava questo sport e amava la sua squadra, e tutti amavano lui allo stesso modo». Per questo, l'uomo ha voluto incontrare i giocatori, esortandoli in ricordo del figlio a dare il massimo in campo. Gli atleti hanno fatto di tutto per onorare la sua richiesta, e hanno portato i Bee Jays a raggiungere la semifinale. «Io ho subito una grande perdita, mio figlio, ma è altrettanto dura per loro», ha poi chiosato Carlile rivolto ai ragazzi. Lui e la moglie, riportano i media statunitensi, hanno persino assistito alla partita che si è giocata domenica, perché «Kaiser avrebbe voluto cosi».

Nel giro di pochi mesi, il bambino era diventato la mascotte della squadra: tutti ricordano commossi il sorriso sempre dipinto sul suo volto, e la sua energia quando correva intorno ai giocatori e allo staff durante le trasferte. «Avrà sempre un posto speciale nel mio cuore», ha affermato con il volto rigato dalle lacrime Brady Cox, uno degli atleti. «Era e sarà sempre un vero Bee Jay», gli ha fatto eco il lanciatore Kadon Simmons, scoppiando a piangere nel corso della conferenza stampa. «Per me - ha scritto in un messaggio postato su Instagram - era il fratello minore che non ho mai avuto». «È stato terribile vederlo andarsene in questo modo - ha chiosato invece il compagno, Lee Busto, su Twitter - ma sapere che i suoi ultimi momenti sono stati su un campo da baseball rende più facile affrontare tutto ciò, perché stava facendo quello che amava».

Il torneo si gioca a Wichita dal 1931, e non si sono

mai verificati incidenti del genere. «Abbiamo più di 900 partecipanti alle World Series ogni anno - ha spiegato il general manager della Nbc, Kevin Jenks - Ma non ci si aspetta mai che possa accadere qualcosa di simile».

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