Giornata intensa di riunioni ieri ad Arcore per i gruppi Fininvest- Mediaset, in cerca di nuovi equilibri. Fininvest, la cassaforte della famiglia Berlusconi sta prendendo decisioni importanti per ridefinire interessi e strategie, compresa la cessione della squadra del cuore, il Milan. Al momento però l'unica certezza è che toccherà a Pier Silvio Berlusconi, da ieri non solo vicepresidente, ma anche amministratore delegato, il compito di traghettare Mediaset dalla tv generalista a quella 2.0 che punta su Internet e sui contenuti a pagamento. Sempre con Fedele Confalonieri confermato presidente. È stato lo stesso Berlusconi Jr ad incontrare, insieme al padre Silvio, Rupert Murdoch, patron di Sky, e il figlio Lachlan ad Arcore lunedì scorso ed è stato lui a tracciare una ipotetica «road map» strategica per Mediaset. Per prima cosa un decoder unico, pronto per fine anno, che sia una specie di hub domestico capace di captare canali dal digitale terrestre, dal satellite, ma anche via Internet. In questo modo, trovando un partner di tlc, si potrebbe immaginare un'offerta quadplay che comprenda telefono fisso, mobile, Internet e, naturalmente, contenuti tv pay ma anche free . Una transizione ovviamente non facile che potrebbe passare anche dall'acquisto o scambio di quote azionarie con altre società. Come la Sky di Murdoch ma anche Vivendi, la società controllata dal finanziere Vincent Bollorè che in Francia posside Canal Plus e Universal Music, dove le sinergie sono tante. Dalla produzione di contenuti alla difficoltà di fronteggiare, nei rispettivi paesi, giganti del web statunitensi (da Google a Facebook) che si sono appropriati di importanti quote pubblicitarie. Vivendi oltretutto potrebbe essere la testa di ponte per entrare, dopo molti tentativi, in Telecom Italia. La società francese infatti avrà presto l'8% del capitale azionario dell'ex-monopolista italiano e, secondo indiscrezioni potrebbe salire al 15%, la stessa quota con cui Bollorè controlla Vivendi. Con Mediaset si potrebbe prospettare un duplice scambio azionario tra la la pay tv del biscione, Premium, Vivendi e la stessa Telecom. Certo per gli analisti tutti gli scenari sono aperti. Secondo quelli di Natixis «se l'ingresso o l'acquisizione di Premium è un'operazione credibile, Vivendi potrebbe puntare anche all'acquisto di Mediaset da Fininvest, che ne detiene il 33%». Natixis fa anche alcuni numeri. L'acquisizione di Mediaset costerebbe al gruppo guidato da Bollorè, che ha in cassa 10 miliardi di euro, 6,3 miliardi mentre la fusione tra gruppi porterebbe Fininvest a detenere una quota del 5,4%. Quanto alla pay tv l'acquisizione della maggioranza (51%) di Premium, costerebbe circa 600 milioni. Per restare ai fatti concreti, fuori dalle supposizioni, ieri il cda di Mediaset, oltre alla nomina ufficiale di Pier Silvio Berlusconi, ha conferito all'ex ad Giuliano Adreani, presidente della controllata Publitalia, «l'incarico di supportare l'ad nella definizione del posizionamento pubblicitario strategico del gruppo e nelle relazioni commerciali con i maggiori investitori».
È stato costituito anche il Comitato esecutivo composto da cinque membri: ne fanno parte il presidente, Fedele Confalonieri, il vicepresidente e ad Pier Silvio Berlusconi e i consiglieri Gina Nieri, Marco Giordani e Giuliano Adreani.Gli abbonati, in milioni di Mediaset Premium, la piattaforma di contenuti a pagamento del gruppo
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