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Pinotti: "Pronti a usare l'esercito nei Cie"

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, anticipa che il governo sta valutando l'ipotesi di usare l'esercito per controllare i Cie (Centri di identificazione ed espulsione)

Pinotti: "Pronti a usare l'esercito nei Cie"

Il governo prova a mostrare il muso duro sull'emergenza immigrazione e terrorismo. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti a L'Intervista di Maria Latella (SkyTg24) dice che il governo sta valutando l'idea di utilizzare l'esercito per controllare i Cie (Centri di identificazione ed espulsione). Su questa ipotesi "non solo siamo d'accordo ma stiamo dando il massimo di disponibilità per intervenire con le forze armate. Sono attualmente già impegnati settemila militari nell'operazione 'Strade sicure', e potrebbero essere impiegati anche per controllare laddove una presenza significativa di migranti potrebbe essere problematica per l'ordine pubblico". D'improvviso ci si rende conto che i cittadini fanno bene ad avere paura, a chiedere allo Stato di essere più presente e meno blando. Evidentemente, quindi, chi protestava contro il lassismo del governo non aveva tutti i torti. Altrimenti non ci sarebbe bisogno, oggi, di correre ai ripari.

"Bisogna trasformare la missione europea - prosegue il ministro -. Dobbiamo sostenere la marina libica perché ci siano effettivamente dei controlli nelle acque libiche. Non possiamo continuare a veder partire migliaia di barconi dalla Libia". Pinotti spiega che la missione Eunavfor Med (operazione Sophia) attualmente in corso prevede una fase '2b' alla quale "è venuto il momento di passare". Si tratta, ha spiegato, "dell'accompagnamento delle autorità libiche al rafforzamento dei controlli della sua guardia costiera. Non sarà una barriera italiana contro i migranti, ma un passaggio nell'ambito della missione europea". L'obiettivo italiano, ha precisato la Pinotti, è anche quello di spingere le autorità libiche a rafforzare i controlli lungo i suoi confini meridionali, quelli attraverso i quali arrivano i migranti nel Paese prima di ripartire verso l'Europa.

Il ministro, inoltre, si sofferma sul ruolo della Marina militare, impegnata ormai da tempo nel quotidiano pattugliamento del Mediterraneo. "Voglio chiarire che la missione della marina in mare non è una missione di salvataggio, quello è l'obiettivo della guardia costiera. La marina interviene quando chiamata nell'ambito dell'operazione 'Mare sicuro'. Con l'instabilità della Libia e la presenza delle nostre piattaforme petrolifere, col fatto che abbiamo tanti pescherecci e che il terrorismo potrebbe venire via mare, abbiamo una missione.

Ma la missione riguarda la sicurezza dell'Italia e non il salvataggio in mare".

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