Piogge 73 volte più violente del 2013

Gli esperti: «Rivedere i criteri di allerta». Ma non è un luglio senza precedenti

Piogge 73 volte più violente del 2013

«La lunga sequenza di perturbazioni che ha colpito il nostro paese ha fatto registrare nel mese di luglio precipitazioni di gran lunga superiori alla norma e temperature inferiori alla media». Lo attestano i dati dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna, la cui Banca dati climatologici omologa le serie storiche degli ultimi duecento anni.

«A livello nazionale, il luglio 2014 segna un +73% rispetto alle precipitazioni medie di luglio sul periodo 1971-2000 che viene convenzionalmente assunto quale periodo di riferimento, il 27esimo più piovoso dal 1800 ad oggi». «Maggiormente colpita risulta l'Italia centro-settentrionale: dalla Toscana in su, infatti, le precipitazioni cadute a luglio 2014 sono risultate essere oltre il doppio del normale (localmente, tra alta Toscana, levante ligure ed Emilia occidentale, anche il triplo), risultando per questa zona il 13-esimo mese di luglio più piovoso dal 1800 ad oggi: era dal 1932 che non pioveva tanto (allora le precipitazioni furono 2 volte e mezzo il normale)», sottolinea l'istituto. «Oltre alle abbondanti precipitazioni, il mese appena concluso ha fatto registrare anche temperature piuttosto fresche, chiudendo con un'anomalia di circa mezzo grado sotto la media del periodo 1971-2000 (88 mesi di luglio sono risultati più caldi dal 1800 ad oggi). Per trovare anomalie più basse a luglio occorre andare indietro agli anni '90: i mesi di luglio del 1996 e del 1993 furono infatti più freddi di quello di quest'anno», conclude l'Isac-Cnr.

«La variabilità del clima, avvenuto a luglio e che sta proseguendo in questi giorni di agosto, determina facilmente dei record negativi perché si registra una piovosità intensa rispetto alla media», spiega all' Adnkronos Michele Brunetti, dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr di Bologna.

«Ci sono zone più a rischio di altre per ragioni diverse - aggiunge l'esperto - l'urbanizzazione 'pesantè e gli eventi climatici intensi possono causare conseguenze tragiche. Alla luce di quello che è accaduto forse dovremmo rivedere il sistema di allerta sul territorio, anche se questo potrebbe causare i cosiddetti “falsi allarmi“».

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