C'è chi minaccia di bloccare la città in caso di arrivo dell rigassificatore e chi gli stende il tappeto rosso. Da Piombino a Ravenna, l'Italia si conferma Paese dei mille campanili. Ieri, a Piombino, è andato in scena un corteo con migliaia di persone per dire di no alla Golar Tundra, la nave che dall'aprile del 2023 potrebbe iniziare a trasformare gas liquido per 5 miliardi di metri cubi all'anno. Più del 17% di quello importato dalla Russia prima della guerra (29 miliardi di metri cubi). Alla testa del corteo il sindaco in quota Fratelli d'Italia, Francesco Ferrari, che ha ribadito il suo «no invalicabile» all'opera, che risolverebbe anche un bel problema alla probabile futura premier, Giorgia Meloni, a capo proprio di Fratelli d'Italia. Invece, a Ravenna, nei giorni scorsi è arrivato il sì al rigassificatore della maggioranza (Pd, Pri e sinistra) e dell'opposizione (Lega, Fdi, M5s). Qui il Comune ha indicato le opere di mitigazione e compensazione a carico di Snam legate all'arrivo del rigassificatore, anch'esso da 5 miliardi di metri cubi, che dovrebbe entrare in funzione dall'estate del 2024. Si parla di opere di forestazione, piste ciclabili, l'efficientamento della pubblica illuminazione e la riqualificazione energetica di uffici pubblici, con l'installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile destinata all'autoconsumo.
Il partito di Meloni ha visioni diverse a livello locale (così come il Pd), che potrebbero riconfigurarsi una volta insediato il governo. La leader ha provato a mediare dicendo che «il rigassificatore a Piombino va fatto solo in ultima istanza». La messa in opera dell'impianto è importante in vista del prossimo inverno, averlo permetterebbe di sopportare meglio un'eventuale interruzione delle forniture russe. Ferrari però oppone le sue ragioni: «Qualche giorno fa a Piombino c'è stato un convegno dove non ha parlato la politica, hanno parlato i tecnici dell'amministrazione comunale che hanno esposto le ragioni oggettive, tecniche, giuridiche e scientifiche per cui l'ipotesi della nave all'interno del porto è sbagliata». E poi ha dettagliato: «È un'opera pericolosa che blocca il porto per tre anni e nove mesi, che frena il rilancio in chiave turistica. Dobbiamo accendere i riflettori del governo».
Oggi, nel frattempo, si terrà l'ultima conferenza servizi con l'amministratore straordinario, Eugenio Giani, che potrebbe anche dare l'ok all'opera, per il quale ha comunque tempo fino al 27 ottobre. Quasi scontato il ricorso al Tar dei protestanti in caso di via libera.
Giani, presidente della Regione Toscana, pare orientato verso il «sì», ma ieri ha annunciato una clausola sospensiva dell'autorizzazzione: «Daremo a Snam un tempo di 45 giorni dal momento del rilascio dell'autorizzazione» per il rigassificatore di Piombino «per dirci quale sarà il luogo dove realizzerà l'attività offshore», ossia dove sarà collocata la nave dopo i tre anni nel porto toscano.
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