Cronache

Pirateria, adesso rischiano 223 clienti

Per la prima volta identificati gli acquirenti di decoder per vedere gratis le pay-tv

Pirateria, adesso rischiano 223 clienti

Manila Alfano

Guerra ai pirati, identificati e denunciati. Non era mai successo prima in Italia. Questa volta invece 223 persone, dopo una lunga e complessa attività investigativa, sono state identificate e denunciate all'Autorità Giudiziaria: responsabili di aver acquistato abbonamenti pirata su internet. Pochi euro per vedere i contenuti delle principali piattaforme televisive a pagamento. Circa 10 euro al mese per chi utilizza queste piattaforme. Film, serie ed eventi sportivi. Tutti nei guai per aver utilizzato il cosiddetto «pezzotto, il dispositivo che consente di vedere illegalmente i canali televisivi a pagamento.

Il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di Finanza - si legge in una nota - ha condotto una complessa e mirata attività che ha portato all'identificazione dei soggetti responsabili di aver acquistato abbonamenti pirata per accedere ai più diversi canali a pagamento. Ed è la stessa Guardia di Finanza che nel comunicato sottolinea che è la prima volta che in Italia avviene un'operazione di questo tipo. L'operazione è tuttora in corso e volta anche all'identificazione di ulteriori possibili soggetti coinvolti. Acquistando abbonamenti di questo tipo i clienti si rendono responsabili del reato di ricettazione. «L'unica Regione non presente è la Valle d'Aosta, ha puntualizzato il colonnello Salvatore Paiano, nucleo speciale beni e servizi Guardia di Finanza, la Campania si posiziona con una buona percentuale del 21%». Secondo i risultati di un'indagine della Fapav, la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi, in Italia sarebbero attivi 2 milioni di abbonamenti illegali.

La legge sul diritto d'autore prevede la confisca degli strumenti utilizzati per la fruizione del servizio; di conseguenza, ai 223 clienti in caso di condanna verranno confiscati il proprio televisore, computer e smartphone. Ma non solo. Le sanzioni per il cliente prevedono, inoltre, la reclusione fino ad otto anni e una multa di 25.000 euro, oltre le spese legali.

Acquistando il «pezzotto», spiega poi la Guardia di Finanza, «il fruitore si trova a condividere con vere e proprie realtà criminali i propri dati personali, inclusi quelli anagrafici e bancari, lasciando pertanto traccia delle attività illecite effettuate ed esponendosi allo stesso tempo a rischi, anche informatici, di vario tipo».

Chi acquista illegalmente il «pezzotto» può ricevere i segnali dei canali della pay tv, come Sky e DAZN, tramite il sistema IPTV (Internet Protocol Television), cioè il sistema di trasmissione dei canali televisivi via internet. Il sistema IPTV permette di ricevere il segnale di centinaia di canali televisivi di tutto il mondo attraverso un apposito software.

Dazn e Netflix.

«Per fortuna viviamo in un paese civile, in cui chi sbaglia paga, ha detto l'ad della Lega calcio Serie A, Luigi De Siervo.

La Lega Serie A ha dichiarato guerra alla pirateria perché è un fenomeno criminale alimentato spesso da utenti inconsapevoli del reato che stanno commettendo e delle gravi conseguenze cui vanno incontro».

Commenti