Pisa, venti gli identificati. Bernini contestata a Roma

Senato accademico solidale con il prof aggredito. Una docente: "Clima colpa anche del rettore". Gli antagonisti "Fermiamo l'Italia"

Pisa, venti gli identificati. Bernini contestata a Roma
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Le occupazioni, i blitz, le contestazioni al ministro, lo sciopero di lunedì prossimo. E un corteo nazionale previsto per il 4 ottobre. La rivolta sociale, in Italia, passa da Gaza.

Il clima è sempre più teso e la guerra nella Striscia è solo l'ultimo pretesto delle frange antagoniste che vogliono "fermare" le università, e il Paese. Questo è l'obiettivo della "settimana di agitazione" proclamata a Pisa dagli studenti di "Cambiare rotta", che si definisce "organizzazione giovanile comunista". E nell'ateneo toscano la tensione è alle stelle. Sta bene, ma è incredulo per quanto gli è accaduto, il professore Rino Casella, vittima del blitz di martedì e finito al Pronto soccorso dopo l'alterco con gli studenti-militanti pro Pal. Loro la chiamano "passeggiata informativa" quella che due giorni fa ha interrotto di forza le lezioni al Polo delle Piagge, con bandiere, militanti in piedi sulla cattedra e libri gettati per terra. Al professor Casella rimproverano un "tentativo vittimista" e "atteggiamenti indisponenti", per esempio "negare il genocidio in corso in Palestina". Il Senato accademico ieri si è riunito e "deplora quanto accaduto". Intanto sono almeno una ventina le persone identificate dalla Digos per il blitz.

E intanto c'è un'altra docente, Alessandra Veronese, che ha votato contro le proposte di boicottaggio di Israele ed è tenacemente determinata a non rinnegare le sue convinzioni. "Sono preoccupata - dice al Giornale - ma non ho intenzione di farmi intimidire, anzi, ritengo che episodi come quella grave e intollerabile che ha subito il professor Casella, già vessato, siano favoriti da un clima". E questo clima, per la docente di storia, è stato assecondato dalle autorità accademiche. "Mi dispiace - osserva - ma a mio avviso il rettore, con le sue operazioni, che hanno dato forza a questi gruppi, ha una responsabilità morale per quanto accaduto".

Intanto, alla la ministra Anna Maria Bernini, che ha difeso il prof pisano messo alla gogna, i militanti comunisti fanno sapere che "difende l'indifendibile" e ribadiscono: "Fuori il sionismo dalle università". A Roma, ieri, la ministra è stata contestata. "I rettori sono i primi responsabili dell'ordine pubblico all'interno dell'università - ha comunque ribadito Bernini - Noi saremo al loro fianco per fare in modo che questo non accada più. E se dovesse succedere nuovamente, il ministero valuterà la possibilità di costituirsi parte civile contro le aggressioni".

E la settimana di agitazione pisana è solo uno degli epicentri della strategia del caos.

La rete "pro-Pal", dopo le vacanze estive, è tornata e sta organizzando una mobilitazione che vuole arrivare a un 7 ottobre, e a un autunno, di antagonismo. Di rivolta. Oggi alle 15 gli universitari di "Cambiare Rotta" Roma, in tenda alla Sapienza, daranno vita a una carovana a Tor Vergata. Domani alle 18 saranno in presidio al Pantheon "contro le azioni del governo Meloni". E il 22 settembre le organizzazioni hanno aderito allo sciopero generale indetto dai sindacati di base. I lavoratori della comunicazione della Cgil hanno già proclama uno sciopero di 4 ore per venerdì 19 a fine turno.

Il 26 e 27 settembre è previsto invece il festival del movimento studentesco, a Roma, con la partecipazione, tra gli altri, di Francesca Albanese, che ieri ha postato un messaggi di questo tenore: "Unire le persone, unire le lotte. Così la luce cresce". E tutto questo percorso porta verso il corteo nazionale del 4 ottobre. Ma con "mobilitazioni straordinarie".

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